Cosa accade quando un Paese non mette in campo azioni per contrastare il cambiamento climatico? Viene condannato. E’ accaduto, per la prima volta, due giorni fa alla Svizzera. La Corte europea per i diritti dell’uomo ha condannato il governo elvetico per “inazione climatica”. Espressione che abbiamo ragione di credere sentiremo spesso poiché la sentenza, di portata storica, è destinata a diventare un precedente importante nella lotta al cambiamento climatico.
“Anziane per il clima”
Tutto era iniziato nel 2016 con la presentazione, da parte di “Anziane per il clima di Svizzera”, l’associazione che riunisce donne elvetiche dai 64 anni in su, di un’istanza alle autorità elvetiche perché venissero inaspriti gli obiettivi climatici tra cui la riduzione delle emissioni di gas serra. Il diniego delle autorità non aveva scoraggiato le signore che avevano proseguito la loro battaglia bussando, anno dopo anno, di tribunale in tribunale fino ad approdare alla Corte europea per i diritti dell’uomo. La querela presentata, affermavano, era di importanza unica poiché avrebbe costretto la CEDU a esprimersi per la prima volta in materia di salute pubblica contestualmente al cambiamento climatico. Ed è quanto accaduto.
Le azioni per contrastare il cambiamento climatico: la sentenza della CEDU
Con 16 voti contro 1, la Cedu ha stabilito che la Svizzera ha violato l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che prevede “un’effettiva protezione da parte delle autorità statali contro i gravi effetti negativi del cambiamento climatico sulla vita, la salute, il benessere e la qualità della vita“.
La sentenza punta il dito, inoltre, sulle lacune considerate critiche del quadro normativo svizzero in materia. In primis l’incapacità di quantificare i limiti delle emissioni nazionali di gas effetto serra. In secundis, il mancato raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra in passato.
Secondo la Cedu, la Svizzera si è resa colpevole anche della violazione dell’articolo 6 della Convenzione, che riguarda l’accesso alla giustizia. I tribunali svizzeri, secondo la Corte, avevano addotto motivazioni poco convincenti per non prendere in esame il reclamo presentato; non avevano “preso in considerazione le convincenti prove scientifiche relative al cambiamento climatico e non avevano preso sul serio i reclami“
Il diritto alla vita e alla salute
Le “Anziane per il clima della Svizzera”, infatti, avevano richiamato le autorità governative alle loro responsabilità. Avevano chiesto la riduzione delle emissioni di gas del 50% entro il 2030 così come stabilito dagli Accordi di Parigi proponendo azioni concrete. Avevano chiesto alle autorità elvetiche di assumersi l’obbligo di proteggere la vita e la salute dei cittadini attraverso azioni concrete per contrastare il cambiamento climatico. La vita e la salute anche delle persone anziane che, si sa, sono quelle più esposte ai rischi del cambiamento climatico.
In copertina foto di Erich Westendarp da Pixabay