Sono passati 27 anni da quando la Williams di Ayrton Senna colpì le barriere di Imola con il pilota brasiliano che trovò purtroppo la morte. Il momento più triste della storia del motor-sport che concluse la settimana più tragica della Formula 1. A 27 anni dalla sua morte, però, parliamo di come “Magic” sia stato uno dei migliori piloti della storia della Formula 1.
Senna, gli inizi
Nato a Sao Paolo in Brasile nel 1960, Ayrton inizia a correre sin dall’età di 4 anni. “Magic” tra kart (dove innovò completamente il modo di correre soprattutto sui rettilinei), Formula Ford e Formula 3 (dove nella stagione 1983 non ebbe praticamente rivali visto che vinse 10 delle prime 10 gare con 9 pole position e 185 giri al comando su 187 percorsi) arrivò il sedile in Formula 1.
Il 1984 fu l’anno del debutto in F1 a bordo di una Toleman. Non era di certo un’auto tra le più competitive del campionato eppure i 17 punti raccolti dalla scuderia a fine stagione furono tutte merito dei piazzamenti del brasiliano. Miglior risultato di quell’anno fu il secondo posto nel circuito cittadino di Montecarlo vinto da Alain Prost su McLaren (che ritroveremo più avanti).
L’anno successivo arrivò la consacrazione in F1. A bordo della Lotus con la sua livra nero-oro, Senna conquisto i primi due dei 41 GP vinti con le vittoria in Portogallo e nello storico circuito di SPA in Belgio. Il brasiliano rimase in Lotus-Renault fino al 1987 vincendo altre quattro gare (Spagna, Monaco e due volte negli USA) e classificandosi quarto nel nei mondiali 1985, 1986 e terzo nel 1987.
McLaren e la rivalità con Prost
Siamo nel 1988, Senna passa alla McLaren. Quell’anno la casa inglese progettò una delle auto più vincenti della storia motoristica e solo la Ferrai F2004 riuscì ad avvicinarsi a tali vette di successo in termini di vittorie. La McLaren McLaren MP4/4 messa a disposizione di Senna e Prost vinse 15 delle 16 gare in calendario per il mondiale e con 199 punti totali vinse il campionato costruttori. Il brasiliano a bordo di quella vettura è letteralmente imprendibile e con 8 successi vinse il primo titolo mondiale di F1.
Il 1989 è l’anno che segna l’inizio vero e proprio della rivalità con Prost. Il dualismo col pilota francese è uno dei più famosi nella storia di questo sport. Esprimere a parole quella che fu l’immensa rivalità tra i due pilote sarebbe come raccontare una storia a metà, i campionati dal 1989 al 1993 sono spettacolo per gli occhi e ogni gara dovrebbe essere recuperata e vista dall’inizio alla fine. Che sia il GP di Suzuka ’89 dove Senna perse di fatto il titolo in favore del francese per poi prendersi la rivincita sempre in Giappone l’anno dopo dove conquista il suo secondo titolo mondiale fino alle discussioni più accese dove la più famose fu la “Guerra della Tosa” ad Imola 1989 quando i due battibeccarono animatamente.
La fine della rivalità con Prost
Prost passò in Ferrari nel 1990 e Senna fece una tanto bella quanto attesa doppietta mondiale visto che appunto i campionato 90 e 91 furono vinti proprio dal brasiliano davanti al francese. Il 1992, però, è l’anno della dominanza Williams. La McLaren non era in grado essere al passo con la rivale e prima Nigel Williams nel ’92 e poi Prost (nel frattempo approdato in Williams dalla Ferrari) nel ’93 segnarono campionati non felici per il brasiliano.
Proprio nel 1993 arrivò la fine della storica rivalità con Prost visto che il francese dopo la vittoria del mondiale decise di ritirarsi dal mondo delle corse. Senna proprio durante la festa del podio dell’ultimo GP di quell’anno (in Australia) compì un gesto che ancora oggi è storia. Il brasiliano, che vinse quella gara, fece salire sul gradino più alto del podio Prost per poi abbracciarlo e testimoniando il grande rispetto che comunque il brasiliano aveva nei suoi confronti (e la cosa era ovviamente reciproca).
Arriviamo, purtroppo, al 1994. Senna passa alla Williams pronto a fare fuoco e fiamme soprattutto perché nonostante l’addio di Prost i rivali non mancavano iniziando da un giovane rampante di nome Michael Schumacher fino ad arrivare a Damon Hill senza dimenticare piloti come Berger o Hakkinen. Le cose, però, non vanno per nulla bene. Senna non riesce ad essere a proprio agio con la FW16 che trova eccessivamente stretta. I primi due GP in Brasile ed in Sud Africa vanno malissimo costringendo il brasiliano a due ritiri consecutivi.
Ayrton Senna e la morte ad Imola 1994
Senna arriva alla terza prova del mondiale di F1 carico come non mai, sapeva che doveva dimostrare di essere ancora una volta il migliore. Inizia quello che probabilmente è il peggior fine settimana dal punto di vista umano e sportivo che la F1 possa mai ricordare. L’autodromo Enzo e Dino Ferrari vede nelle libere di venerdì la Jordan di Rubens Barrichello volare alla Variante Bassa causato dal cedimento della sospensione posteriore sinistra. Il pilota brasiliano ne esce gravemente ferito ma ancora in vita. Va ancora peggio nelle qualifiche del sabato quando il pilota austriaco Roland Ratzenberger su Simtek Ford perse la vita dopo essersi schiantato alla curva Gilles Villeneuve ad una velocità di 314 km/h. L’incidente accadde a causa dello staccamento della parte superiore destra dell’alettone anteriore della sua vettura, facendo perdere deportanza alla Simtek poco prima dell’ingresso nella fatale curva Villeneuve. L’auto, così danneggiata e a una simile velocità, non riuscì più a curvare.
La morte dell’austriaco colpì profondamente Senna tanto che il brasiliano decise di portarsi nell’abitacolo una bandiera austriaca in modo da poter omaggiare l’appena deceduto Ratzenberger. La morte del pilota Simtek venne dichiarata in ospedale quindi evitando un possibile sequestro della pista ed annullamento della gara per la successiva domenica.
La gara, quindi, ebbe inizio e lo fece nella maniera peggiore possibile. I piloti JJ Lehto e Pedro Lamy ebbero un contatto alla partenza e i rottami delle loro vetture provocano il ferimento di alcuni spettatori. La safety car, entrata in pista a seguito dell’incidente, vi rimane fino alla fine del quinto giro. Senna è in testa, la sua Williams finalmente sembra mostrare la forza da prima della classe che ancora non era stata portata alla luce ma al settimo giro la vita del brasiliano finì.
Il piantone dello sterzo (modificato la sera prima per permettere a Senna una maggiore visibilità della strumentazione) cedette e Senna si ritrovò alla curva del Tamburello ad oltre 300 chilometri orari senza la possibilità di curvare o poter fare qualsiasi manovra per salvarsi la vita. Il campione brasiliano tentò una frenata disperata ma non ci fu nulla da fare. La Williams si schiantò contro le barriere ad una velocità altissima, troppo alta per permettere al brasiliano di salvarsi. I primi soccorsi non bastarono e Senna fu trasportato all’Ospedale di Bologna dove esalò l’ultimo respiro alle ore 18:30.
Senna, “Magic” non per caso
La morte di Ayrton Senna è una della pagine più nere della Formula 1 ma la sua carriera è una delle più vincenti di sempre. In soli 10 anni, il brasiliani vinse 41 gare, 3 titoli mondiali e il “titolo” di Re di Monaco dove tutt’oggi detiene ancora il record di vittorie ovvero 6. Senna è nell’immaginario collettivo come IL pilota di Formula 1. La rivalità con Prost, le vittorie con Lotus e McLaren e i momenti grandiosi in pista rendono effettivamente Ayrton Senna come il miglior pilota del mondo?