È un cartellone caratterizzato da grandi collaborazioni e anteprime quello proposto dall’AvaNposto Numero Zero, che nelle sue prime settimane di programmazione, propone lavori di approfondimento sul tema del rapporto fra individuo e società che vanno a toccare alcuni dei nervi più sensibili e scoperti di questa relazione.
Si comincia con Versi proibiti, interpretato da Fabio Balsamo (The Jackal), con Francesco Saverio Esposito, Carlo Liccardo, Serena Pisa, Luigi Castiello e Antonio Zuozo. Una pièce che porta in scena con prosa, poesia e canzoni una collezione di capolavori nascosti, scritti dal ‘500 ad oggi, fra i cui autori spiccano i nomi di Eduardo De Filippo, Salvatore Di Giacomo, Ferdinando Russo, ma che comprende anche brani realizzati da religiosi rimasti anonimi, raccolti da Angelo Manna nell’antologia L’Inferno della poesia napoletana, con intermezzi dialogati di Maurizio Capuano. La regia è di Giovanni Merano. Una rappresentazione che tocca nel vivo l’ipocrisia e il falso perbenismo, attraverso la carnalità più estrema, la sessualità, l’esaltazione del corpo e delle sue necessità. Un modo per sovvertire la scala dei valori e portare all’attezione del pubblico i veri scandali che non sono gli atti naturali, ma i tagli alla Cultura, alla Sanità, i piani di sviluppo meramente economici che ci abituano a desiderare solo cose spendibili. Lo spettacolo procede per quadri, animati da personaggi con la duplice funzione di rappresentare delle condizioni umane, il contadino rozzo, l’aristocratico, la prostituta interpretando, come se le avessero vissute, storie che non appartengono alla loro biografia. Una lotta tra ipocrisia e autentico naturalismo, per riscoprire il senso delle parole lirismo e oscenità esaltando con tante risate, anche amare, l’eros e gli eccessi della gola. Divertimento e riflessione per opere scritte per protesta. Nel tempo le tematiche non sono cambiate; sesso, società, corruzione, religione, i dubbi della vita clericale, perché la vera oscenità, è cancellare una vita fatta di rispetto e ricca di contenuti, o la cittadinanza attenta e scrupolosa, per la quale non sembra valga mai la pena impegnarsi. Come sosteneva il comico statunitense Lenny Bruce: «È la repressione di una parola quella che le dà la violenza, forza, malvagità. Di conseguenza tutto potrebbe essere osceno nella misura in cui lo reprimiamo, più reprimiamo e più è osceno».
Si prosegue con Nevrotika vol. 1-2-3 scritto, diretto e intepretato da Fabiana Fazio che si esibisce sul palcoscenico con Valeria Frallicciardi e Giulia Musciacco. Aiutante alla regia Angela Carrano. Liberamente ispirato agli scritti dello psicologo e filosofo austriaco, naturalizzato statunitense Paul Watzlawick (Istruzioni per rendersi infelici), il quale propone una serie di esercizi che rendono impossibile ogni gesto della nostra vita e dello psicologo e antropologo cileno Claudio Naranjo (Carattere e Nevrosi), lo spettacolo riflette sulle conseguenze che una società sempre più malata può avere sugli individui e scava in profondità, focalizzandosi su singole problematiche, come ipocondria, paura, insicurezza, amore in maniera dissacratoria, divertente e autoironica per dimostrare l’assuto che, siamo noi stessi a costruirci le nostre prigioni. Un progetto nato dalla voglia di lavorare insieme che, partendo da uno studio personale e da letture di approfondimento, ha dato vita a dei testi, in particolare i monologhi, pensati per le attrici in scena. Pur procedendo all’analisi di singoli casi, l’opera sviluppa il rapporto fra soggetto e società. La nevrosi è, infatti, un sintomo dell’inconciliabilità dell’individuo con il mondo esterno. La pressione e i messaggi esterni, possono renderci ancora più insicuri, alimentando il processo di allontanamento dai nostri reali bisogni. Lo spettacolo lancia una provocazione che fino ad ora ha suscitato nel pubblico una forte senso di identificazione: andare fino in fondo e renderci totalmente infelici, per dimostrare quanto siamo noi stessi a costruire i mostri della nostra mente.
Sotto le volte a botte del locale, Eugenio Bennato si esibirà in concerto con i musicisti del suo gruppo, in una coinvolgete interpretazione del proprio repertorio in versione totalmente acustica. Un ulteriore tassello delle sua ricerca musicale che ha dato vita al movimento Taranta Power, che ripropone la riscoperta, la rivisitazione e il rinnovamento, proiettandoloa verso il futuro, della tradizione per resistere all’appiattimento della globalizzazione e della comunicazione massificata.
L’AvaNposto Numero Zero ospiterà quest’anno la terza edizione del Premio Cinematografico Fausto Rossano per il Pieno Diritto alla Salute, dedicato alla memoria dell’ultimo Direttore dell’Ospedale Leonardo Bianchi di Napoli, prematuramente scomparso nel 2012. Proiezione di Sulla via dei Mille con mio padre del documentarista e sociologo visuale Marco Rossano, nei giorni a seguire, presentazione in anteprima delle opere in concorso. Il Premio è promosso e organizzato da Associazione Premio Fausto Rossano, Associazione Italiana di Psicologia Analitica (AIPA), Associazione Italiana Residenze per la Salute Mentale (AIRSaM), GESCO, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e l’Assessorato alla Scuola e all’Istruzione del Comune di Napoli. Partner del concorso sono il Festival S/paesati di Trieste, la Rete del Caffè Sospeso, il Festival Lo Spiraglio di Roma, il Premio Solé Tura di Barcellona, la Fondazione Pascual Maragall di Barcellona, l’Associazione Centro Studi Antonio D’Errico, l’Università di Barcellona, la rassegna su cinema e migrazione S-cambiamo il Mondo.
Sarà di scena Amleto da Silva con il suo Amlo legge i dieci peggio, spettacolo promosso dall’Associazione GUAPANAPOLI.
Infine fino a giugno, si inauguerà il laboratorio di formazione teatrale, a cura di Egidio Carbone, fautore e promotore della teoria dell’Attore Costitutivo.