Gli autovelox omologati, da ora, saranno gli unici dispositivi attraverso i quali si potrà elevare regolare contravvenzione per eccesso di velocità. A stabilirlo è stata una sentenza della Corte di Cassazione che rivoluzionerà l’intero sistema. Molti automobilisti, infatti, avranno la possibilità di chiedere il rimborso della sanzione svuotando letteralmente le casse dei Comuni.
La sentenza della Corte di Cassazione
La rivoluzione nel mondo autovelox è nata dopo che un avvocato di Treviso ha impugnato una multa per eccesso di velocità. La contravvenzione era scattata su un tratto della tangenziale della città dove il limite massimo è di 90 km/h mentre il guidatore procedeva a 97 km/h. Il Giudice di Pace e la magistratura ordinaria avevano avuto pronunciamenti diversi in materia e si è giunti dinanzi alla Corte di Cassazione. Il tribunale ha messo la parola fine alla questione con una sentenza che distingue i concetti di approvato e omologato riguardo i dispositivi di rilevazione di velocità. In altre parole, l’autovelox in questione risultava approvato dal Ministero dei trasporti ma non omologato.
Autovelox omologati e approvati: quale differenza
Una circolare del Ministero dei Trasporti del 2020 spiegava che i termini approvazione e omologazione, che compaiono nel Regolamento di attuazione del Codice della strada, sono da considerarsi sinonimi. Pertanto, gli autovelox approvati e non omologati potevano essere utilizzati per registrare la velocità dei veicoli ed elevare eventuali multe.
In realtà, come sostiene la giurisprudenza, approvazione e omologazione sono due concetti diversi. Il primo fa riferimento al Ministero dei Trasporti che approva un particolare dispositivo per la rilevazione della velocità. Il secondo, che fa riferimento al Ministero dello Sviluppo Economico, è subordinato a una procedura che mira ad accertare la presenza di determinate caratteristiche attraverso test di laboratorio. Un concetto ribadito in diverse sentenze in materia emesse negli ultimi anni.
Cosa accadrà ora
La sentenza della Cassazione costituisce un precedente importante al quale potranno riferirsi, d’ora in poi, tutte le richieste di annullamento delle multe. Prima di procedere, però, è necessario verificare che il dispositivo che ha registrato la velocità del veicolo sia stato omologato oltre che approvato. Come si ottiene questa informazione?
Il verbale di contravvenzione riporta il numero di matricola e la tipologia del dispositivo attraverso il quale è stata registrata la velocità del veicolo con la menzione del relativo Decreto di approvazione/omologazione. Partendo da questo dato, si può recuperare il Decreto e verificare se il dispositivo sia stato omologato o solo approvato. Si può, in alternativa, fare una richiesta di accesso agli atti per verificare l’omologazione o vedere sul web se ci sono altre sentenze sul dispositivo in questione.
E’ facile intuire che, dopo questa sentenza, le richieste di impugnazione saranno numerose. I Comuni, che dalle multe per eccesso di velocità ricavano grossi introiti, si troveranno in seria difficoltà e saranno costretti a mettersi in regola.
In copertina foto di Alexander Fox | PlaNet Fox da Pixabay