Fino ad ora non è stato provato che l’autismo sia una malattia mediata dal sistema immunitario e recentemente (2008) sulla prestigiosa rivista Science, Morrow suggerisce invece che i comportamenti autistici potrebbero essere spiegati con variazioni genetiche nei circuiti neuronali che influenzerebbero lo sviluppo sinaptico
Sulla relazione tra autismo e vaccini, tanti ne hanno scritto e tanti altri continuano a scriverne. Nella jungla del web è facile imbattersi in pseudonotizie che si basano sul sentito dire o sulle false convinzioni di persone senza scrupoli, che sputano verità assolute senza però avere una documentazione valida che supporti questo genere di allarmismo.
Il 15 febbraio di quest’anno è stato pubblicato dal giornale medico Infectious Diseases Society of America (e reso pubblico a tutti dal National Institutes of health) un articolo che mette luce su questa controversa e spinosa questione.
Gli autori sono 2 ricercatori di Philadelphia che hanno accuratamente smontato e confutato le tre principali ipotesi che supportano la tesi che attribuisce ai vaccini la causa delle sindromi da spettro autistico.
Le ipotesi sono 3: 1)quella che imputa al vaccino MMR di danneggiare l’intestino consentendo l’ingresso di proteine encefalopatiche, 2) quella che indica come agente tossico per il sistema nervoso centrale il thimerosal, (un conservante contenente ethylmercurio e presente in alcuni vaccini) e 3) quella che suggerisce che la simultanea amministrazione di vaccini multipli indebolisca il sistema immunitario.
Oltre alle chiacchiere, in quesi anni sono stati portati avanti seri studi epidemiologici e biologici e tutte queste teorie sono state contraddette.
Ma come è nata questa idea di cercare nei vaccini una causa per un rompicapo come l’autismo?
Nel 1998, il gastroenterologo Wakefield pubblico su The Lancet un lavoro in cui postulava che il vaccino MMR causando un’infiammazione intestinale aveva interferito con il normale sviluppo di 8 bambini, che avevamo manifestato poi i sintomi dell’autismo. Sebbene non ci fossero dati in supporto di un’effettiva causa-effetto tra vaccino ed autismo, e sebbene mancasse una spiegazione biologica o un possibile meccanismo d’azione distruttiva del vaccino, una serie di altri studi furono condotti in questa direzione e soprattutto si alimentò nei genitori dei bambini autistici una situazione di disagio, dubbio e soprattutto confusione e indecisione sul da farsi. Dopo l’uscita dell’articolo infatti in Inghilterra aumentarono i bambini non vaccinati e i casi di morbillo e varicella aumentarono esponenzialmente.
Dodici anni dopo l’uscita di questo lavoro, il giornale The Lancet ritirò l’articolo http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2831678/ con la dichiarazione che “diversi elementi del lavoro del Dr Wakefield non sono corretti” . In effetti, mentre nel suo lavoro Wakefield aveva dichiarato di aver studiato dei bambini presi “a caso” tra i pazienti autistici, si scoprì che i bambini erano stati accuratamenti scelti; inoltre venne a galla anche che le ricerche del dottore erano state finanziate dagli avvocati di alcuni genitori che avevano citato in giudizio una casa di vaccini. Infine Wakefield, durante le sue apparizioni pubbliche pubblicizzava marche di vaccini singoli da fare al posto del MMR. Tutto ciò non è un comportamento eticamente accettabile per un ricercatore.
In diversi paesi (Regno Unito, California, Canada) sono stati invece fatti studi ecologici per capire se effettivamente MMR sia una possibile causa di autismo e sono emerse due conclusioni: primo, che il MMR non causa autismo e due, non esiste una “nuova” variante di autismo causata da malattie gastrointestinali.
In particolare a Londra , un’analisi di 473 bambini autistici ha permesso di paragonare vaccinati con MMR e non vaccinati e non c’erano differenze tra i due gruppi sia per quanto riguarda la regressione dello sviluppo, sia per quanto riguarda i sintomi gastrointestinali. In altre zone dell’Inghilterra, lo stesso risultato è stato ottenuto su 262 bambini autistici esaminati,e sempre nel Regno Unito, sono stati esaminati 498 bambini autistici nati dal 79 al 92, prelevati a caso dai registri di 8 distretti sanitari diversi e si è visto che il numero di casi di autismo è cresciuto, indipendemente dalla MMR.
In California è stato condotto lo stesso tipo di studio su bambini nati dal 1980 al 1994 e come in Gran Bretagna non è stata evidenziata nessuna correlazione tra vaccino e autismo. In Canada, stesso risultato su 27.749 bambini da 55 scuole del Quebec.
Altri studi di natura retrospettiva, osservazionale sono stati condotti in Gran Bretagna, Finlandia, Danimarca e negli stati Uniti e tutti i dati hanno portato alla conclusione che l’esposizione al vaccino MMR non è un fattore di rischio per l’autismo.
Infine il National Board of Healt finlandese ha finanziato uno studio per esaminare bambini vaccinati con MMR dal 1982 al 1996 e da questa analisi sono stati identificati solo 31 casi con sintomi gastrointestinali e nessuno di questi è autistico.
I ricercatori hanno dunque escluso una qualsiasi associazione tra malattie gastrointestinali ed autismo dopo vaccinazione con MMR.
Passiamo al Thimerosal , che è un composto antibatterico usato nei vaccini. Sebbene non ci fossero dati certi sulla pericolosità dell’etilmercurio nei vaccini, nel 1999 in America il servizio sanitario pubblico raccomandò l’immediata rimozione di mercurio da tutti i vaccini per i bambini piccoli, a scopo precauzionale. La cattiva interpretazione di un’azione fatta solo ed esclusivamente a scopo preventivo, portò i genitori dei bambini ad un facile allarmismo, poichè continuò ad alimentare la credenza che il mercurio potesse essere un fattore di rischio per l’autismo.
Questo è da escludere anche perchè i sintomi dell’autismo sono totalmente differenti da quelli da avvelenamento da mercurio. Studi fatti successivamente hanno dimostrato infatti che il mercurio contenuto nei vaccini non causa avvelenamento (Thompson et al. 2007). Altri studi ecologici che confermarono questo dato furono condotti poi in Svezia, in Danimarca ed in Quebec.
Infine esaminiamo la terza teoria, cioè che la simultanea somministrazione di vaccini multipli indebolisca il sistema immunitario e crei un’interazione con il Sistema Nervoso che scatenerebbe l’autismo. Questa teoria recentemente è stata resa popolare per un caso di una bambina di 9 anni a cui mancava un enzima mitocondriale e soffriva di un encefalopatia che includeva anche sintomi autistici. Su questo unico caso fu pubblicato un lavoro in cui si imputava la malattia della bambina ad una vaccinazione multipla avuta a 19 mesi.
Ci sono diversi motivi per non credere che il sistema immunitario possa essere indebolito da vaccinazioni multiple e cioè: I vaccini non “sovraccaricano” il sistema immunitario degli infanti che è sin dalla nascita capace di generare una vasta gamma di risposte agli stimoli, poi, la combinazione di più vaccini induce risposte immunitarie comparabili con quelle date individualmente (King et al. 1994).;tra l’altro i vaccini rappresentano solo una minima frazione di tutti gli agenti estranei che vengono a contatto con il sistema immunitario!
Fino ad ora non è stato provato che l’autismo sia una malattia mediata dal sistema immunitario e recentemente (2008) sulla prestigiosa rivista Science, Morrow suggerisce invece che i comportamenti autistici potrebbero essere spiegati con variazioni genetiche nei circuiti neuronali che influenzerebbero lo sviluppo sinaptico.
In conclusione, sono stati condotti fino ad ora 20 studi epidemiologici, in diverse parti del mondo , da ricercatori diversi che hanno usato metodi differenti e tutti hanno portato alla conclusione che i vaccini non sono la causa dell’autismo. Infine giorni fa è stato pubblicato un lavoro da Patil su Human vaccines, in cui si dice che il giornale The Lancet ha fatto un grande servizio all’umanità ritirando il lavoro di Wakefield, poichè soprattutto nei paesi in via di sviluppo, i vaccini salvano da morte sicure tante piccole vite.
SPECIALmenteNOI
a cura del dr. Stefania Piscopo Brown
Laboratorio di Fisiologia Generale ed Evoluzione
Stazione Zoologica Anton Dohrn