Il record dei decessi viene registrato nell’anno che si è classificato in Italia come il più caldo dal 1880 con una temperatura superiore di 1,42 gradi la media di riferimento. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti nel commentare il record di mortalità registrato dall’Istat nel 2015 in cui i morti sono stati 653mila nel 2015, 54 mila in più dell’anno precedente (+9,1%) e il tasso di mortalità, pari al 10,7 per mille, il più alto tra quelli misurati dal secondo dopoguerra in poi.
Il 2015 è stato segnato nei primi mesi da una epidemia influenzale mentre l’estate è stata caratterizzata da una temperatura media superiore di 2,3 gradi rispetto al periodo di riferimento e si è classificata al terzo posto tra le piu’ bollenti di sempre con ondate di calore particolarmente dannose per la popolazione piu’ anziana. I cambiamenti climatici sono destinati ad avere dunque un impatto non solo sulla natura ma anche – sottolinea la Coldiretti – sulla salute dei cittadini in una situazione in cui si assiste ad un progressivo invecchiamento della popolazione.
Una analisi che conferma l’importanza della scelta lungimirante fatta lo scorso anno con l’accordo alla conferenza Onu sul clima di Parigi per fermare la tendenza evidente al surriscaldamento. L’agricoltura e’ l’attività economica che piu’ di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma – sostiene la Coldiretti – è anche il settore piu’ impegnato per contrastarli.
Si tratta però di una sfida per tutti che puo’ essere vinta solo se si afferma un nuovo modello di sviluppo piu’ rispettoso nella gestione delle risorse naturali nel fare impresa e con stili di vita piu’ attenti all’ambiente nei consumi, a partire dalla tavola.