I tanti attesi aumenti delle pensioni per il mese di Marzo 2023 stanno per arrivare. Il ricalcolo dovuto alla rivalutazione delle pensioni all’inflazione porterà molti pensioni un aumento del proprio assegno anche se… non proprio a tutti. Vediamo quali saranno le categoria escluse dall’aumento.
Aumenti pensioni di Marzo 2023: cosa vuol dire?
Buone notizie per i pensionati italiani anche se non tutti. Dalla prossima mensilità ci saranno degli aumenti significativi dovuti alla tanto richiesta rivalutazione delle pensioni all’inflazione. Un ricalcolo necessario per far fronte agli aumenti sempre più alto del carovita che sta colpendo soprattutto le categorie più fragili (pensionati soprattutto).
Le percentuali di rivalutazione, ricorda l’istituto nazionale di previdenza sociale in una sua nota ufficiale, scendono all’aumentare dell’importo della pensione. Ecco le fasce di reddito individuate nella legge di bilancio per la rivalutazione secondo le linee guida dettate dalla nota dell’INPS:
- 85% per le pensioni pari o inferiori a 5 volte il minimo tra 2.101,52 e 2.625 euro;
- 53% per le pensioni pari o inferiori a 6 volte il minimo tra 2.626 e 3.152 euro;
- 47% per le pensioni pari o inferiori a 8 volte il minimo tra 3.153 e 4.203 euro;
- 37% per le pensioni pari o inferiori a 10 volte il minimo tra 4.204 e 5.253 euro;
- 32% per le pensioni superiori a 10 volte il minimo oltre 5.254 euro
I “grandi” esclusi
Attenzione, però. Non tutti potranno godere di questo aumento. Sono escluse, infatti, tutte quelle prestazioni:
- a carico delle assicurazioni facoltative come Vobis, Iobis, Vmp e Imp,
- pensioni a carico del Fondo clero ed ex Enpao (Cl e Vost)
- indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale (Indcom), che vengono perequate singolarmente.
Rimangono escluse anche le prestazioni a carattere assistenziale e le pensioni che usufruiscono dei benefici previsti per le vittime di atti di terrorismo e delle stragi di tale matrice, che vengono rivalutate singolarmente e con criteri propri.
Altri esclusi dall’aumento
Sono escluse dalla perequazione, aggiunge l’Inps nela sua nota, anche le prestazioni di accompagnamento alla pensione come l’Ape social. L’Inps, inoltre, ricorda che la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2022 è determinata in misura pari a +7,3% dal 1° gennaio 2023, “salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo“.