Solfatara luogo di magia e di turismo.
In uno dei film di Totò, la solfatara è vista come luogo in cui si risvegliano i morti dopo il trapasso. Una specie di Inferno, in cui lo sventurato Totò tramortito e imbrogliato si ridesta in questo tenebroso aldilà circondato dai gas sprigionati dal vulcano. Quando si parla di solfatara è quasi automatico pensare a Totò e al film “47 morto che parlaâ€, ispirato alla commedia teatrale di Ettore Petrolini. Ma, oltre ad una pittoresca location, cos’è la solfatara, cosa può offrire a livello di attrazione turistica, ma, soprattutto, che minaccia rappresenta per la popolazione locale! Abbiamo cercato di scoprirlo indagando un po’ su questo nostro vulcano dall’area luciferina. La solfatara di Pozzuoli è uno dei quaranta vulcani che costituiscono l’area dei Campi Fregrei. La zona dei Campi Fregrei, come area vulcanica, è stata sempre caratterizzata da una forte attività di fenomeni deformativi, che hanno segnato delle variazioni robuste di livello del suolo. Alcuni di questi fenomeni si sono avuti nel 70-72 e nell’82- 84, con un sollevamento massimo complessivo di 3 metri. Questi fenomeni hanno anche generato delle attività sismiche rilevanti, l’ultima crisi quella dell’82- 84 ha generato numerosi terremoti, oltre 10.000 a sciami. In questi periodi la zona della solfatara è stata interessata da un incremento delle attività idrotermali. Al termine di queste fasi il suolo dei Campi Fregrei ha ripreso un lento processo di abbassamento tipico della zona. Nel 1989 e nel 2000, si sono registrati episodi minori di sollevamento, mentre nel 1994 si è avuto un momentaneo arresto dell’abbassamento del suolo. In tempi più recenti, si registra un leggero sollevamento, accompagnato da modesti casi di sismicità caratterizzati da sciami di terremoti di piccola magnitudo. Lo stato attuale dei Campi Fregrei e della solfatara è tenuto sotto controllo dall’osservatorio Vesuviano (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia). Nella zona dei campi Fregrei sono installati strumenti per il monitoraggio continuo della sismicità , della deformazioni del suolo e delle emissioni di gas dal suolo e dalle fumarole. Oltre a questi rilevamenti, l’osservatorio effettua periodiche campagne per la misura di particolari parametri geofisici e geochimici. Tutti i dati che vengono rilevati vengono poi studiati da vari esperti e da sistemi automatici. Spostando l’attenzione sulla storia della Solfatara, si scopre che il vulcano era già conosciuto dai romani dell’epoca imperiale, Strabone (66 a.C.- 24 d.C.) né da la più antica testimonianza scritta che sia giunta fino a noi. Strabone ne parla nella sua “Strabonis geographicaâ€, indicandola con il nome di “Forum Vulcaniâ€, la dimora del dio Vulcano e ingresso per gli Inferi. L’apertura ufficiale al turismo della solfatara si registra nel 1900, anche se era già meta di escursioni per i noti fenomeni vulcanici, per la cura delle acque termali e per le stufe calde. La solfatara era già famosa nel Medioevo. Tra il 1700 e il 1800 non c’era viaggiatore che non inserisse nel suo itinerario una visita alla Solfatara nell’ambito del cosiddetto “Grand Tourâ€. Nel 1900 si organizza all’interno della Solfatara anche uno stabilimento termale, come testimoniano sia un foglio pubblicitario sia una stampa dell’epoca. La solfatara è stata anche interessata da un’attività di estrazione di allume, zolfo e bianchetto che raggiunse il suo apice nel Medioevo. La solfatara si estende per circa 33 ettari, oasi naturalistica che offre un paesaggio straordinario e pittoresco per escursioni e passeggiate indimenticabili, luogo di un intenso fascino per le varie attività vulcaniche che la caratterizzano come le fumarole, le mofete e i suoi vulcanetti di fango; oltre a questo, come in un’opera di un’artista dal talento eclettico, è ricca di altri colori che la rendono un luogo unico. Il verde, infatti, non manca in questo capolavoro della natura, zone boschive e di macchia mediterranea punteggiate da alcune singolarità naturali, geologiche, botaniche e faunistiche. Guardando la solfatara con un interesse attento e vivo si scopre una perla del turismo, fonte di ricchezza circondata da molte attività che ne agevolano la scoperta e la rendono un luogo da visitare e mantenere in quel luogo della memoria dove conserviamo nel nostro album fotografico dell’anima le cose e i ricordi più belli.