Allarme dagli Stati Uniti: dal 2013 al 2014 vi è stato un incremento del 17% di casi di bimbi con età inferiore ai 6 anni avvelenati dai detersivi ingeriti, inalati o da esposizione a sostanze chimiche presenti nei detersivi a capsule. Di questi la maggior parte vengono ricoverati, in media un bambino al giorno, e uno muore. Praticamente ogni ora un bambino è in pericolo a causa dei detersivi in casa. Il detersivo confezionato in capsule monouso (Ldc, Laundry detergent capsules) può avvelenare o, in casi rari, addirittura uccidere i bambini che vengono a contatto con le sostanze chimiche in esse contenute.
L’allarme viene da un articolo di prossima pubblicazione su Pediatrics, in cui gli autori, utilizzando i dati dei centri antiveleni della American Association, scrivono che nel biennio 2013-14 ben 22.000 bambini sotto i 6 anni sono stati esposti a questo pericolo negli Stati Uniti. Tuttavia, il numero dei bambini esposti al detersivo è aumentato malgrado i medici pediatri, avessero nel 2014, lanciato una campagna di prevenzione a livello nazionale, facendo le stesse raccomandazioni. La questione è relativamente recente: dal 2010 diversi produttori nordamericani hanno commercializzato cialde o capsule contenenti la giusta quantità di detersivo da introdurre in lavatrice o in lavastoviglie per lavare un solo carico.
Il problema è che molte di queste confezioni monouso sono vendute in capsule di plastica morbide e vivacemente colorate, che si dissolvono in lavatrice e che assomigliano a giocattoli per la dentizione oppure a caramelle. E le cialde incustodite diventano una ghiotta preda per i bimbi che, sfuggiti al controllo dei genitori, masticano e rompono l’involucro idrosolubile di alcol polivinilico, spalmandosi le sostanze chimiche fuoriuscite in bocca, sulla pelle e sugli occhi. L’esposizione più comune è l’ingestione, con tassi del 79,7%, spiegano gli autori dell’articolo sottolineando che in due terzi dei casi sono coinvolti piccoli di 1-2 anni di età. I sintomi più comuni sono vomito, nausea, sonnolenza e, nel caso di contatto con la pelle, rash cutanei, irritazioni e ustioni chimiche, mentre raramente possono verificarsi impegno respiratorio e perforazione esofagea.
Fortunatamente, tuttavia, tra i bambini intossicati uno solo è deceduto, mentre circa metà sono stati gestiti a casa e il 35% è stato curato in una struttura sanitaria. Tra le esposizioni non va dimenticata quella oculare: uno studio pubblicato lo scorso ottobre sul Journal of American association for pediatric ophthalmology and strabismus, descrive lesioni corneali in 10 bambini sotto i quattro anni esposti a detersivi in cialde. Diverse organizzazioni, tra le quali anche la Consumer product safety commission (Cpsc) e l’American association of poison control centers (Aapcc), l’associazione americana dei centri antiveleno, hanno cercato di aumentare la consapevolezza del pubblico sul rischio di lesioni da detergenti monouso. Tanto che per limitare i danni la Cpsc ha lanciato in marzo scorso una campagna di prevenzione, il Poison prevention information system, con lo scopo di evidenziare i pericoli domestici, detersivi in capsule compresi. Ma nonostante questi sforzi i centri antiveleno continuano a segnalare casi di avvelenamento: ben 5.600 nella prima metà del 2014 in cui erano coinvolti bambini sotto i cinque anni. Gli autori dello studio concludono, che è necessario uno standard di sicurezza nazionale per migliorare l’imballaggio e l’etichettatura dei prodotti, raccomandando a pediatri e operatori sanitari di informare i genitori dei bambini sui pericoli di esposizione alle cialde di detersivo.
Secondo i ricercatori, infine, non solo è importante conservare questi prodotti in posti sicuri, ma al posto delle cialde monouso le famiglie con bambini piccoli dovrebbero usare il detersivo tradizionale. Ma il pericolo detersivo in cialde non è solo statunitense visto che le monodosi dei detersivi sono ormai molto diffuse anche in Italia: in un recente studio del centro antiveleni di Milano svolto su 578 bambini, dei quali quattro quinti sotto i 4 anni, i dati raccolti dimostrano che il 76% dei casi di ingestione di detersivo in cialde fosse sintomatico, contro il 27% di chi aveva invece ingerito altri detersivi per bucato. In quest’ultimo periodo, riferisce il Wall Street Journal, dietro sollecitazione delle campagne mediatiche dei medici pediatri sull’argomento, alcune aziende si sono impegnate a realizzare delle modifiche, che consistono nel commercializzare le cialde monouso dei detersivi in sacchetti che saranno più difficili da aprire per i bambini. Dunque la raccomandazione dei genitori è di tenerle lontane dalla portata e dallo sguardo dei bambini per evitare ogni rischio. Gli stessi pericoli riguardano ogni detersivo potenzialmente tossico se ingerito. Dunque leggiamo sempre le etichette e facciamo la massima attenzione.