Opere a confronto: natura e paesaggio
AT HOME 2020 è la mostra organizzata al MAXXI sul concetto dell’abitare, aperta al pubblico fino al 1 novembre 2020. Un percorso originale alla scoperta di innumerevoli spazi domestici e collettivi realizzati da architetti italiani e di fama internazionale. Una delle principali caratteristiche della mostra è il dialogo continuo tra residenze realizzate da maestri dell’architettura e autori della giovane generazione. Il dialogo è improntato attraverso un fil rouge che, nonostante la distanza di spazio e tempo, unisce i due progetti messi a confronto.
E’ il caso ad esempio della residenza futuristica (The Capital Hill) del magnate russo Vladislav Doronin realizzata dall’architetto Zaha Hadid. La residenza privata dialoga con Casa Baldi di Paolo Portoghesi, realizzata negli anni Sessanta. Entrambe sono state scelte perché il filo rosso che le accomuna è la passione degli architetti per il barocco romano (a cui si ispirano le due abitazioni) e per la natura su cui sono plasmate le linee architettoniche.
Natura e paesaggio sono anche gli elementi che caratterizzano due strutture architettoniche di impatto visivo eccezionali. Parliamo della Casa di Curzio Malaparte a Capri e il Nuovo Bivacco Fanton di Demogo. Entrambe le abitazioni sono state ideate dove la natura è impervia ma al contempo spettacolare. Una roccia che si staglia sul mare di Capri è la residenza di Curzio Malaparte, realizzata dall’architetto Adalberto Libera. Tra le foto della casa ne vedrete una dove la terrazza sul tetto si trasforma in una stanza a cielo aperto sui faraglioni…
Di grandissimo impatto visivo è anche il Nuovo Bivacco Fanton di Demogo. Una struttura costruita su una cima dolomitica che sembra quasi accarezzare le rocce, ma che ci dà anche una forte sensazione di precarietà. Un atto di fede dell’architettura, che, con sfida e rispetto, ha puntato verso l’inimmaginabile. Fanton è una sorta di arca che fluttua tra il pavimento algido e disconnesso delle dolomiti in un paesaggio mozzafiato.
AT Home 2020: abitare collettivo e design
Il concetto dell’abitare collettivo invece, è affrontato mettendo a confronto Urban, degli autori cinesi Vankle Tulou Housing, e l’edificio residenziale e per uffici a Berlino di Aldo Rossi. Gli architetti cinesi hanno realizzato un progetto di edilizia sociale a beneficio delle persone meno abbienti, favorendone la socialità attraverso spazi comuni. Il tutto a prezzo contenuto. Il progetto è presentato in dialogo con l’edificio berlinese di Aldo Rossi, un isolato urbano caratterizzato dalla facciata concepita a piccoli blocchi indipendenti e in sequenza.
La mostra è ben fatta e ricca opere as confronto. Lungo il percorso troverete i seguenti progetti in dialogo: Guerri/ Prati, Luccichentgi/Ellrichshausen, Berarducci/Noero, De Carlo/Adjaye, Boeri/Nishizawa e il Corviale di Mario Fiorentino.
L’esposizione inoltre, mostra, attraverso una serie di pannelli a muro, anche l’evoluzione di alcuni componenti di arredo, evidenziando la visione futuristica che li accomuna. Ecco allora ad esempio, il letto cabiolet (Cabiolet Bed) realizzato nel 1969 da Joe Combo, che dialoga con Lit Clos un prototipo realizzato dai fratelli Boroullec nel 2000. Un letto moderno che sembra una gabbia sospesa tra gli alberi, dove isolarsi dal resto del mondo e ritrovare il piacere della propria intimità.
Da AT HOME a AT HOME 2020
La mostra AT HOME chiusa a causa del Covid-19, è stata riaperta ripensando al vecchio allestimento in chiave attuale, dove l’idea dell’abitare ha assunto un nuovo significato. Ecco allora che l’esposizione è stata ripensata non solo nel contenuto, ma anche nel titolo. AT Home 2020 ha riaperto con un livello espositivo nuovo, caratterizzato da video, interviste e progetti di design volti ad investigare il futuro dell’architettura alla luce della new normal.
Un percorso quindi affascinante e ricco di spunti utili per ripensare al concetto di casa e, più in generale alla funzione dell’architettura in una società investita da molti cambiamenti che stanno segnando la strada del nostro futuro.