Pierre Lévy, media philosopher francese, sarà ospite al Centro Arti e Scienze Golinelli di Bologna per l’incontro La democrazia nell’era di internet. Il teorico della cybercultura inaugura il programma di incontri, intitolato “Astronave Arione”, che si inserisce nelle attività promosse dal centro di ricerca e sperimentazione voluto da Fondazione Golinelli (progettato dall’architetto Mario Cucinella) – a completamento di Opificio Golinelli – e dedicato fin dalla sua ideazione al connubio tra arte, scienza e tecnologia.
“L’esplorazione dello spazio nel quale si incontrano arte e scienza – dice il presidente di Fondazione Golinelli, Andrea Zanotti – conoscerà diverse articolazioni. Nel prossimo biennio rimarrà in orbita l’Astronave Arione che Fondazione Golinelli sta lanciando oggi. Arione era il leggendario cavallo immortale del mito greco: salendo sulla sua groppa si poteva viaggiare ovunque e vedere lontano. Perché una astronave e chi vi prenderà posto? L’astronave offre il vantaggio di poter osservare la terra da lontano assumendone in maniera netta i contorni: allo stesso modo l’idea di osservare questo fenomeno con un po’ di distanza e in maniera diversa da quella ormai prevalente della congestionata brevità delle rete, non può che aiutare una comprensione e favorire il confronto. A bordo saliranno autorevoli intellettuali per riannodare i fili interrotti che un tempo hanno legato arte e scienza”.
Dopo Pierre Lèvy, secondo ospite del Centro Arti e Scienze Golinelli sarà il fisico teorico del Cern di Ginevra Alvaro De Rujula, che il 25 e il 26 giugno parlerà di Tra arte e scienza: la narrazione del Cosmo, assieme al fisico Sergio Bertolucci.
“La prima orbita – dice Zanotti – guida nella comprensione dell’incidenza di internet sulla democrazia; la seconda porta a investigare quali nessi tra arti e scienze si intessono dopo la frammentazione determinata dalla teoria della relatività e il tramonto delle cosmologie e a chiedere poi se l’universo può ancora restituire quella cifra narrativa estetica così potente da consentire di collocare nello specchio del cielo e delle costellazioni i nostri desideri e la nostra memoria”.
Il formati degli incontri, suddivisi in due giorni, prevede un doppio appuntamento: una conferenza pomeridiana aperta al pubblica (ingresso libero) e una mattinata di studio rivolta a un gruppo ristretto di ricercatori e dottorandi (su prenotazione).
Che impatto hanno le nuove tecnologie digitali sul nostro stile di vita? Perché internet ha trasformato il nostro rapporto col sapere? Pierre Lévy ha da tempo sviluppato la teoria dell’intelligenza collettiva intesa come opportunità di relazioni, cooperazioni, conoscenze condivise e accesso democratico alle informazioni. “La società digitale ha un innegabile lato oscuro – afferma il filosofo francese – Lo spostamento datacentrico della società contemporanea è ormai un dato di fatto. Non ci saranno algoritmi magici o leggi ad hoc in grado di frenare fake news e troll factories. Il modo principale affinché la democrazia si adatti a queste nuove realtà è di formare i cittadini, fin da giovani, a usare con abilità questi nuovi strumenti cognitivi per sviluppare il loro pensiero critico e coinvolgerli nell’intelligenza collettiva”.
Egli terrà una conferenza aperta al pubblico su The Evolution of the Algorithmic Medium per presentare gli sviluppi più recenti delle nuove tecnologie comunicative e il loro rapporto con la creatività. Introdurrà il filosofo francese, il professore Adriano Fabris. Per Lévy il medio algoritmico è un’infrastruttura di comunicazione che aumenta il potere dei mezzi di comunicazione precedenti rendendo possibile un trattamento automatizzato delle operazioni simboliche. Dai grandi calcolatori elettronici alla nascita di Internet, dal diffondersi dei personal computer ai social network, fino agli ulteriori sviluppi che si stanno delineando, lo studioso mostrerà l’interazione fra creatività umana e intelligenza artificiale, nonché le conseguenze a livello socio-cognitivo che le tecnologie emergenti comportano, delineando gli scenari futuri. Il giorno successivo, Lévy terrà un seminario per ricercatori e dottorandi su “How to make meaning computable?”.
Il gruppo di lavoro, presieduto e coordinato da Andrea Zanotti, è composto da Andrea Bonaccorsi, Luca De Biase, Adriano Fabris, Marcello Veneziani.