In Sicilia, secondo quanto affermato dal presidente Musumeci, l’80% dei vaccinandi rifiuta il siero di AstraZeneca. In Campania presso gli hub vaccinali si formano code di ore perché nessuno dei convocati vuole ricevere il vaccino della ditta inglese. Le dichiarazioni dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) sui casi di trombosi verificatisi in soggetti vaccinati con siero AstraZeneca invece di tranquillizzare la popolazione hanno ulteriormente alimentato il clima di incertezza e paura. Le nuove indicazioni sull’età dei vaccinandi ai quali destinare il siero, opposte rispetto a quelle precedenti, hanno fatto il resto.
La bufera su AstraZeneca
I problemi con il vaccino di AstraZeneca sono iniziati poco dopo la sua approvazione. Prima per la disponibilità limitata, poi per i rischi dati dagli effetti collaterali. Secondo gli accordi presi con l’Unione europea, il 60% del siero che si produce in Europa va alla Gran Bretagna. L’Unione europea ha più volte redarguito AstraZeneca per non aver rispettato gli impegni contrattuali e ricordiamo tutti la decisione di Draghi di bloccare un carico di dosi destinate all’Australia e le ispezioni disposte al magazzino di Anagni. Come se non bastasse, si sono aggiunti i casi di trombosi riscontrati in alcune persone, tra i 40 e i 60 anni, appena vaccinate con questo siero che hanno portato l’azienda a ritirare un lotto.
EMA’s safety committee (#PRAC) has concluded its review of very rare cases of unusual blood clots with AstraZeneca #COVID19 vaccine.
— EU Medicines Agency (@EMA_News) April 7, 2021
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E allora Pfitzer?
La prima domanda è: esistono evidenze sugli altri vaccini attualmente impiegati contro il Covid 19? Perché sul vaccino di Pfitzer-Biontech, per esempio, non si hanno notizie di effetti collaterali? AstraZeneca si è più volte difesa dalle accuse piovute su di lei relegandole a mere strategie di mercato. In sintesi: il vaccino è valido e viene attaccato perché costa poco. Seconda domanda: perché non si è puntato sulla produzione di un vaccino europeo invece di acquistarlo da Paesi esterni che, giustamente o no, hanno pensato prima ai loro interessi e in un secondo momento alle esportazioni? L’ultima domanda, invece, è: come si può fare definitivamente chiarezza su queste vicende?
Le dichiarazioni dell’Agenzia Europea del Farmaco sul vaccino AstraZeneca
Con questa domanda arriviamo alle ultime dichiarazioni dell’EMA che si possono riassumere in tre punti. Il primo è aver ammesso che gli eventi trombotici riscontrati dopo le inoculazioni di sieri di AstraZeneca sono da considerare come effetti collaterali rari. A questo proposito l’Agenzia ha individuato i sintomi ai quali bisogna prestare attenzione dopo l’iniezione: dolore al petto, respiro affannoso, gonfiore alle gambe, mal di testa persistente, vista offuscata, dolore addominale. Il secondo è che, ciò nonostante, i benefici del siero restano superiori ai rischi. Il terzo punto è quello riferito all’età consigliata. Nessuna indicazione precisa, solo il consiglio di preferire soggetti di età superiore ai 60 anni. Un’affermazione, questa, che ha completamente ribaltato la situazione delegando i singoli governi a prendere la decisione finale e offrendo il destro a una comunicazione tendenziosa che ha come unico effetto quello di seminare incertezza in chi l’ascolta. La domanda, quindi, ora è: come la portiamo a compimento la campagna vaccinale?
In copertina foto da Flickr