La vicenda ASTIR è una di quelle situazioni emblematiche dell’economia campana ed italiana di questi tempi. Un carrozzone pubblico, prima, poi pubblico-privato che non è mai decollato (forse anche perchè non si è voluto farlo decollare) e che è arrivata alla liquidazione ed al passaggio graduale a Campania Ambiente e Servizi cercando di salvaguardare, forzando un po’ il termine, almeno i livelli occupazionali.
Una bega, che va avanti da anni, in cui il vero ed unico effetto è stato quello che l’attività della società si è bloccata e i lavoratori hanno visto sempre più precarizzato il proprio posto di lavoro fino ad un blocco dello stipendio che alcuni non hanno ricevuto, o hanno ricevuto a singhiozzo, accumulando arretrati che risulta ora diffcile capire se verranno mai elargiti o saranno oggetto di altre estenuanti trattative.
Ora è stata siglata tra la Regione, la società Campania Ambiente e le organizzazioni sindacali l’intesa sui criteri da utilizzare per riimmettere in ruolo i dipendenti. Per la compilazione degli elenchi di riassunzione del personale varranno, essenzialmente: i carichi di famiglia, l’anzianità di servizio e le esigente tecnico-produttive ed organizzative della nuova società.
Un primo gruppo di lavoratori dell’Astir, 12 unità, tutti tecnici laureati, nei giorni scorsi è stato già assunto e trasferito nei ruoli di Campania Ambiente e Servizi. Nelle prossime settimane è previsto il trasferimento complessivo di altre unità da impegnare negli interventi di riqualificazione ambientale da realizzarsi nei Comuni di Sessa Aurunca, Castel Volturno ed Eboli-Capaccio, con cui sono state già siglate le convenzioni, nonché nelle attività collegate al Grande Progetto dei Regi Lagni.
L’assessore alla Tutela dell’Ambiente Giovanni Romano esprime soddisfazione per l’intesa raggiunta.
I lavoratori ancora non si sono pronunciati ma le sigle sindacali che hanno firmato l’accordo ritengono che questo fosse l’unico possibile.