Unico e universale: sono queste le caratteristiche dell’assegno unico per i figli 2021, il nuovo provvedimento che il governo Draghi (e quello Conte prima di lui) ha messo in campo a sostegno delle famiglie. Unico perché sostituirà tutte le altre misure create in precedenza come bonus bebè o l’assegno per il terzo figlio. Universale perché sarà riconosciuto a tutti, in misura diversa a seconda del reddito, coloro pagano le tasse in Italia. L’iter legislativo per l’approvazione del contributo era iniziato, infatti, lo scorso anno (nel 2020 la natalità in Italia ha registrato il suo minimo storico) con l’approvazione alla Camera mentre pochi giorni fa è arrivato il sì anche del Senato.
Per sostenere la misura, il governo, ha illustrato il premier Draghi, ha stanziato 3 miliardi per il 2021 e 5,5 miliardi per il 2022 e secondo le stime Istat a beneficiarne saranno 11 milioni di famiglie.
Assegno unico per i figli 2021: com’è strutturato
Le famiglie interessate possono fare richiesta del contributo mensile a partire dal settimo mese di gravidanza:
- l’importo dell’assegno andrà da un minimo di 50 euro a un massimo di 250;
- il contributo arriva fino al compimento del 18esimo anno di età del figlio ma si può chiedere una proroga fino a 21 anni se questi risulta non ancora autonomo. Vale a dire se il figlio in questione frequenta l’Università, svolge il servizio civile, ha un lavoro a basso reddito o è disoccupato;
- entrambi i genitori riceveranno la stessa cifra in denaro o sotto forma di credito d’imposta;
- in caso di figlio maggiorenne, il contributo potrà essere erogato direttamente a lui;
- In assenza di genitori, la cifra va al tutore legale. Nel caso in cui i genitori siano separati o divorziati, l’assegno va al genitore al quale il figlio è affidato.
Chi ha diritto all’assegno unico per i figli
Possono fare richiesta dell’assegno unico per i figli:
- cittadini italiani;
- cittadini dell’Unione europea;
- extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo, sia per lavoro che per ricerca, e residenti in Italia da almeno due anni;
- lavoratori a tempo indeterminato, determinato, autonomi, con partita iva o incapienti.
Requisito fondamentale è che i richiedenti siano soggetti al pagamento delle imposte sui redditi in Italia. Possono accedere alla misura anche coloro che beneficiano del reddito di cittadinanza o di altre forme di sussidio locali.
Chi può richiedere l’assegno unico
Gli altri requisiti per accedere all’assegno unico per i figli risiedono nel reddito e fanno riferimento all’indicatore Isee. Per Isee superiori a 60mila euro il contributo a cui si avrà diritto oscillerà dai 50 ai 100 euro. A questi andranno aggiunte delle maggiorazioni, variabili tra il 30% e il 50%, nel caso di figli disabili, figli dal terzo in poi, se la madre ha meno di 21 anni. In caso di figli disabili il contributo sarà erogato anche oltre il compimento del 21esimo anni d’età, mentre per i figli che non rientrano in questa casistica l’importo si abbassa dopo i 18 anni. Per richiederlo bisognerà presentare il modello Isee.