Nello sfascio della sanità campana ora anche lo scandalo dei medici corrotti
Alcune ricette erano intestate a pazienti morti tre anni prima e venivano emesse dagli stessi dottori che ne avevano certificato la morte. In tutto sono oltre 40 i medici di famiglia del Napoletano coinvolti in una maxi truffa da decine di migliaia di euro ai danni del Servizio sanitario nazionale. La frode è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Napoli nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Procura partenopea per il controllo della spesa sanitaria. Gli oltre 40 medici di famiglia che emettevano prescrizioni mediche a pazienti deceduti da anni sono stati denunciati: operano tutti nel distretto sanitario dell’Asl Napoli 3 che comprende dodici comuni a nord del capoluogo partenopeo. Per tutti l’accusa contestata e’ di truffa e falso ideologico. Tutto nasce da una analoga operazione condotta dalla Guardia di Finanza, compagnia di Afragola, lo scorso anno: allora i finanzieri scoprirono un falso dottore di Frattamaggiore (Napoli) che dal 2003 al 2005 aveva messo in circolazione oltre 14mila prescrizioni, diverse in favore di pazienti deceduti, per un danno all’Asl di circa 300mila euro. ”E’ stato così – spiega uno degli inquirenti – che ci siamo trovati dinanzi ad uno scenario inimmaginabile”. E’ stato allora che la Guardia di Finanza ha acquisito la banca dati della Asl Napoli 3 con tutte le ricette prescritte. I finanzieri ne hanno passate al setaccio in questi mesi circa 20 milioni e sono diverse centinaia quelle risultate irregolari. Tuttavia le indagini – sottolineano gli investigatori – sono ancora in corso e gli esiti da considerarsi parziali: il giro delle prescrizioni a nome di pazienti defunti sarebbe ancora piu’ ampio. Le indagini, infatti, promettono nuovi sviluppi nel medio termine: non si esclude il coinvolgimento di numerosi altri medici di base oltre che di eventuali farmacisti e case farmaceutiche. Cautela e attesa negli uffici della Asl Napoli 3 per gli sviluppi dell’inchiesta: ”Ovviamente – commenta il manager dell’Asl Salvatore Pallara, alla guida dell’azienda dallo scorso 16 gennaio – chiederemo informazioni alla procura e ci faremo mandare la documentazione acquisita dai magistrati per valutare se ci sono gli estremi per prendere provvedimenti disciplinari e cautelari, dalla sospensione alla revoca della convenzione, nei confronti dei medici coinvolti”.