Quando in famiglia arriva un bebè, dopo lo stravolgimento dei primi mesi, arriva il dilemma: tata, o asilo nido? In genere la scelta di trovare chi si occupi del proprio bambino, in mancanza di nonni “arruolabili”, è dettata dalla necessità della mamma di rientrare al lavoro dopo il periodo di maternità. La seconda opzione, rispetto alle altre, ha una marcia in più. Procura al bambino stimoli importantissimi in un momento, quello da 0 a 6 anni, ritenuto fondamentale per la sua crescita. L’asilo nido diventa, così, una risorsa preziosa per l’intera famiglia.
L’asilo nido: una famiglia che cresce
Gli asili nido hanno anche un punto debole che è il costo. Spesso le rette di queste strutture corrispondono alla gran parte di uno stipendio (quando lo stipendio c’è) e ciò avviene perché nel nostro Paese i nidi sono considerati ancora servizi di sostegno alle mamme lavoratrici invece che strumenti importanti per lo sviluppo dei più piccoli. Un passo avanti lo ha fatto il Consiglio europeo secondo il quale ogni Paese UE deve garantire l’accesso ai servizi per l’infanzia almeno al 33% dei bambini della fascia 0-3 anni.
L’Italia si è incamminata su questa strada raggiungendo una percentuale totale del 26,9% seppure con una certa disparità tra Centro-Nord (32%) e il Sud (13,5%). In questo quadro si inserisce il progetto “Scintilla“, la rete di Centri educativi rivolti ai bambini da 0 a 6 anni che vivono in contesti di povertà educativa e fragilità socio-economica. Non dimentichiamo, infatti, che nel nostro Paese, oltre 5,6 milioni di persone vivono in condizione di povertà assoluta, di queste 1 milione e 384 mila sono minorenni con un’incidenza del 14,2%. La Program Coordinator – Area Infanzia della Fondazione Mission Bambini, Serena Sartirana, ci ha illustrato i dettagli del progetto “Scintilla”.
Serena Sartirana, come avete creato la rete “Scintilla” attraverso le diverse regioni? Siete partiti da strutture già esistenti o creato di nuove?
Scintilla nasce insieme a 4 centri educativi gestiti da organizzazioni con cui collaboriamo da molti anni e che abbiamo scelto per la loro efficienza e il forte radicamento nel territorio. La scelta delle zone è in risposta al bisogno: i numeri confermano la necessità di ampliare l’accesso ai servizi prima infanzia al sud, quindi siamo partiti da Napoli, Bari e Catania. Infine siamo a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, perché è importante essere presenti anche al nord dove a fronte di situazioni socio-economiche meno fragili si incontra comunque il problema della povertà educativa. Ma obiettivo di Scintilla è crescere in tutta Italia.
Quali sono le caratteristiche degli asili nido della rete “Scintilla”?
La prima caratteristica è l’accessibilità: ogni Stella accoglie, insieme agli altri, bambini che vivono in situazioni socio-economiche difficili e, per quelli provenienti dalle famiglie più indigenti, viene garantito l’accesso con tariffe agevolate o gratuitamente. Abbiamo creato anche un “fondo famiglia” per supportare le famiglie che vivono in condizioni di povertà assoluta con piccoli aiuti: obiettivo è rafforzarne il ruolo educativo e renderle parte integrante delle “comunità educanti” che costruiamo sui territori. Altra caratteristica fondamentale è che grazie al costante monitoraggio di Fondazione, Scintilla garantisce ai bambini un servizio di qualità con personale formato e linee pedagogiche comuni.
Gli asili nido sono strettamente collegati al tema dell’occupazione femminile. Qual è invece l’importanza che rivestono per i bambini?
La legge 107 sulla “Buona scuola” ha sancito l’importanza e il valore della formazione che i bambini ricevono nei centri prima infanzia. È ormai riconosciuto quanto i primi anni di vita del bambino, da 0 a 6 anni, siano fondamentali per mettere le basi e formare l’adulto di domani. Gli asili nido non sono più solo luoghi di accudimento per supportare le famiglie che lavorano, ma sono luoghi in cui, grazie a personale professionale e appositamente formato, i bambini possono vivere un percorso educativo pensato per loro, con attività specifiche per ogni fascia di età. E, inoltre, possono interagire con gli altri bambini, un altro tassello importantissimo nel percorso di crescita.
Il bonus asilo nido ha rappresentato una novità nelle politiche per la famiglia. Cosa bisognerebbe fare per strutturare questo segmento della vita di un bambino?
Il bonus nido è un’iniziativa utile perché ha garantito a più famiglie l’accesso a servizi per la prima infanzia. L’aspetto economico non è però l’unico a cui fare attenzione: i bisogni dei bambini sono diversi, di tipo sanitario, educativo, culturale e sociale, e sono strettamente connessi: per garantire loro le migliori opportunità di crescita nei primi anni di vita è necessario quindi attuare un approccio integrato tra i vari ambiti di intervento. Prendersi cura dei bambini significa in primis occuparsi anche delle loro famiglie offrendo gli strumenti per migliorare le loro competenze genitoriali: è quello che stiamo facendo con Scintilla.