Su cosa si è concentrato lo shopping dell’estate 2021? L’anno della ripresa è valso per tutti i settori commerciali dagli albergatori fino agli artigiani e ai loro prodotti. Il ritorno degli stranieri nei luoghi del turismo ha, però, fatto emergere un nuovo fenomeno: il remote tourism.
Remote tourism: come gli artigiani hanno incontrato l’e-commerce
La nostalgia dell’Italia da parte dei turisti extraeuropei si è trasformata, nell’estate 2021, in una voglia di visitare virtualmente le botteghe degli artigiani italiani e di comprare l’eccellenza della pelletteria, del cashmere e dell’home decor del nostro Paese.
In un recente sondaggio condotto da Mirta su un campione di artigiani italiani del lusso ha rivelato che per il 77,8 % degli artigiani la pandemia ha indotto un incremento significativo nell’utilizzo dell’e-commerce da parte del settore e il 62% di chi opera nel settore ha visto la propria clientela ampliarsi notevolmente grazie alla vendita online.
Destinazione | Percentuale degli acquisti nel periodo estivo |
USA | 53% |
Asia | 18% |
Unione Europea | 17% |
Canada | 5% |
Gran Bretagna | 3% |
Australia | 1% |
Altro | 3% |
Cos’è Mirta? Ne parliamo con i founder
Parliamo, adesso, di Mirta ovvero la piattaforma che è riuscita a mettere insieme l’artigianato Made in Italy con il mondo del web e dell’e-commerce. Ne abbiamo potuto parlare proprio con i diretti fondatori di questa piattaforma, Martina Capriotti e Ciro Di Lanno:
Benvenuti su Cinque Colonne Magazine, partiamo con la prima domanda come nasce Mirta?
Martina: Mirta nasce nel 2019 come conseguenza di esperienze all’estero che ci hanno permesso di vedere le potenzialità del nostro Paese con occhi diversi. Io e Ciro veniamo entrambi da una carriera in consulenza: nel 2017, mentre io mi sono trasferita in Giappone e poi in Sud Corea per lavorare per brand di lusso locali, Ciro ha frequentato un MBA a Stanford, in California. Ciò che quell’esperienza mi ha insegnato è che il Made in Italy all’estero è considerato un’eccellenza mondiale, ma troppo spesso le aziende Italiane hanno difficoltà ad approcciare mercati così particolari. Così è nata la voglia di supportare queste imprese dal grandissimo potenziale e, anche grazie alle competenze acquisite da Ciro in USA, è nata Mirta.
Quali sono le esigenze dei vostri acquirenti? Come riesce Mirta a soddisfarle?
Ciro: Mirta parla ad una clientela internazionale, specialmente localizzata negli Stati Uniti e in Asia, che è alla costante ricerca di prodotti unici e di alta qualità. Notiamo sempre più spesso, inoltre, un forte interesse nei confronti della piccola produzione e sempre più curiosità riguardo gli artigiani e le loro storie. Queste esigenze si sposano perfettamente con i valori di Mirta, fondati su connessione umana e diretta tra artigiani e clienti, e qualità dei prodotti assicurata dai controlli che facciamo prima di spedire al cliente.
Quali sono state le maggiori difficoltà Mirta ha dovuto affrontare dalla sua creazione?
Martina: all’inizio eravamo solo io e Ciro a lavorare al progetto e le cose da portare avanti erano tantissime. Ci occupavamo di tutto: dalla creazione del sito alla ricerca e onboarding degli artigiani, fino alla parte amministrativa. Sicuramente l’inizio non è stato molto semplice perchè in poco tempo abbiamo dovuto apprendere conoscenze e abilità che non avevamo.
Ciro: prima di avere un vero e proprio sito abbiamo avuto qualche difficoltà nel convincere gli artigiani ad entrare in Mirta. Da una parte era più che comprensibile, in quanto la piattaforma ancora non esisteva o comunque era veramente agli inizi; dall’altra abbiamo incontrato un giustificato scetticismo da parte di artigiani che non avevano mai operato nel digitale e che erano abituati a vendere principalmente come terzisti oppure nei negozi fisici.
L’artigianato Made in Italy quanto ha bisogno dell’e-commerce?
Ciro: l’artigianato Made in Italy necessita dell’ecommerce per stare al passo con i tempi e con le richieste del cliente finale. Mirta non vuole modificare l’artigianato italiano che è legato a tradizioni decennali, anzi, è nata proprio per avvicinare i clienti di tutto il mondo all’eccellenza del nostro Paese. L’ecommerce e in generale tutti i canali digitali permettono di raggiungere un target ben preciso ovunque si trovi, e che quindi sappiamo possa apprezzare i prodotti unici e di qualità che vengono realizzati dagli artigiani. Il Covid, poi, ci ha dimostrato che l’ecommerce permette di mantenere viva un’intera economia, se necessario. Recentemente abbiamo condotto un survey con i nostri artigiani e la maggioranza di loro ha confermato che l’ecommerce è stata una fonte di salvezza nell’ultimo anno tanto quanto gli aiuti esterni e statali. Il Covid-19 ha anche accelerato l’online shopping, una tendenza che era già in crescita prima della pandemia e che nell’ultimo anno ha dimostrato di essere un fenomeno persistente.
Quali sono i vostri punti di forza e come siete riusciti a rinnovare questo settore?
Martina: il nostro apporto al mondo dell’artigianato è principalmente tecnologico. La parte di design e produzione rimane agli artigiani perché è quello che sanno fare meglio. Il nostro contributo ha lo scopo di rinnovare il resto della value chain – dalla parte di logistica a quella di marketing e customer care.
Ciro: la tecnologia ci permette di innovare questo settore attraverso l’automatizzazione di alcuni processi, come la parte relativa agli ordini e di personalizzare le attività di marketing per poter raggiungere clienti target per noi, che apprezzano prodotti di alta qualità, unici, e che rispettino la tradizione decennale del Made in Italy.
Quanto lavoro c’è ancora da fare nel mondo dell’artigianato unito all’e-commerce?
Martina: le possibilità sono molte. Basti pensare alle migliaia di imprese artigiane del settore fashion e lifestyle che ancora non sono state coinvolte in un processo di digitalizzazione. La tecnologia e l’utilizzo di tool digitali ha grandi potenzialità per ricreare esperienze della bottega artigianale in modo da rendere l’esperienza sempre più veritiera e realistica. Questo è qualcosa che ci piacerebbe molto sviluppare. Un altro punto pienamente da sviluppare è il coinvolgimento delle giovani generazioni nel mondo dell’artigianato. Purtroppo il mestiere dell’artigiano è spesso visto come un mestiere datato. Quindi alle nuove generazioni deve passare il messaggio che l’e-commerce o comunque il digitale renderà il mondo manifatturiero tanto innovativo quanto attuale. Mirta sta muovendo i primi passi in questo senso, per guardare al futuro dell’artigianato e delle nuove generazioni.