L’associazione di promozione sociale Onlus Artemisia è un centro antiviolenza con sede a Firenze.
Garantisce sostegno e assistenza a donne e bambini che hanno subito violenza. La violenza fisica e psicologica talvolta si allarga purtroppo, anche ai bambini che si ritrovano a vivere in un contesto familiare difficile.
Il nome Artemisia prende ispirazione dalla pittrice Artemisia Gentileschi. Nei primi anni del 1600, fu la prima donna a denunciare di essere stata vittima di stupro. Ebbe il coraggio di affrontare un processo, che portò il suo stupratore alla condanna.
L’associazione Artemisia oggi è un grande punto di riferimento nel territorio Toscano, per questa delicatissima tematica. Dal 1991 anno della sua nascita, garantisce un forte aiuto alle donne e ai bambini che richiedono il loro sostegno.
La Presidentessa dott.ssa Teresa Bruno ci racconta qual è il contesto attuale e cosa è accaduto con lo scoppio della pandemia Covid-19. A causa dell’isolamento forzato, si è acuito ancora di più il fenomeno di violenza domestica.
Dott.ssa Bruno a quante donne e bambini dà sostegno Artemisia ogni anno?
In media 1000 donne vittime di violenza in atto. Più di 700 minori di cui la maggior parte vittime di violenza assistita e 60 adulti vittime di violenza nell’infanzia.
Con l’arrivo della pandemia Covid-19 cosa è accaduto al fenomeno delle violenze domestiche?
L’emergenza epidemiologica da Covid-19 e le misure di contenimento adottate hanno avuto innegabile ripercussioni sul piano della violenza, soprattutto in ambito domestico.
La condivisione prolungata e obbligata degli spazi, l’isolamento, le preoccupazioni legate all’incertezza del domani, hanno contribuito ad esasperare dinamiche violente nei rapporti di convivenza familiare, di cui spesso donne e minori sono vittime. L’obbligo di permanenza domiciliare e il costante controllo del partner violento e convivente, hanno causato un iniziale preoccupante silenzio nel primo periodo di lockdown; legato alle difficoltà delle donne di trovare un momento per chiedere aiuto. Poi le richieste di aiuto sono riiniziate ad arrivare, da metà marzo a fine aprile. Il nostro centralino ha accolto 88 nuove richieste di aiuto di donne, con 52 minori testimoni di violenza.
Quali sono i primi segnali di violenza che emergono nel quotidiano e a cui non si dà peso?
In una relazione positiva la donna si sente al sicuro e ascoltata; ha la libertà di esprimere le proprie opinioni , di scegliere le amicizie e chi frequentare. Di scegliere il proprio lavoro e di dedicarsi ai suoi hobbies. Di gestire il proprio denaro come crede, di decidere di interrompere la relazione, non si sente controllata, svalorizzata o umiliata. Non ha paura di aggressioni fisiche, o minacce, durante una discussione non è obbligata a rapporti sessuali con il partner. Una relazione maltrattante si instaura nel tempo. Quanto detto sopra può essere una guida per riconoscere azioni e comportamenti violenti. Per esempio l’impossibilità di esprimere le proprie opinioni liberamente o gestire il proprio denaro, o non sentirsi al sicuro ecc.