Cosa pensereste se vedeste Joe Biden ritratto con un berretto con sopra disegnati falce e martello e la stella rossa? Oppure Vladimir Putin rappresentato con baffetti alla Hitler e un copricapo con le svastiche? Direste senza dubbio che qualcosa non quadra. In un momento di forti tensioni politiche internazionali, come quello che stiamo vivendo, poi, la giudichereste come l’ultima trovata per esprimere nuove teorie geopolitiche. Ecco, anche a questo serve l’arte: a riflettere. Le emozioni che l’arte comunica sono tante e ogni artista fa delle scelte ben precise.
Arte ed emozioni: LBS
L’artista visivo LBS (alias Bruno Salvatore Latella) ha scelto di parlare alle nuove generazioni. Con il suo percorso artistico sospeso tra estetismo, concettualismo e distopismo, vuole aiutare i più giovani ad aprire gli occhi sulla realtà. Giovani che, come dice il sociologo Bauman, vivono una “vita liquida”, passiva e senza sogni. Oggi LBS è con noi per parlare di arte contro la propaganda politica.
Bruno Salvatore Latella, la sua arte è “contaminata” dai suoi studi umanistici, quale messaggio vuole lanciare con le sue opere?
La dimensione del fare arte è di per sé imperniata nell’universo degli studi umanistici. Umanistico è il percorso tangibile del pensiero e delle sua evoluzione. Ed in questa direzione si muove l’intento della mia
arte: cambiamento intenzionale sulla direzione dello scardinamento degli stereotipi della società del consumo e della digitalizzazione dell’essere.
Ha creato due opere significative “Vladolf Stalputin” e “Jonald Began”, possiamo davvero paragonare i politici di oggi a quelli di ieri?
La storia si ripete, possiede un’intrinseca circolarità circadiana. E la storia la fanno gli uomini. Non si tratta in realtà di compiere un semplice paragone, bensì di mostrare la tendenza, antropologica, al ricorso storico, al ritorno al passato, il percorrere cento passi indietro per generare un profondo momento di stallo e la conseguente crisi, che scatena l’evento di collisione che porta al cambiamento.
Siamo in un momento politicamente delicato. Cosa ritiene che l’arte possa fare per dare il suo contributo?
Con l’arte si è disposti a fermarsi, l’arte costringe inevitabilmente alla riflessione, alla ricerca. L’arte ci
pone di fronte all’indagine di noi stessi e ci restituisce un’immagine spesso profondamente cruda e
straziante della realtà. Ed è allora che l’arte assume il ruolo di promotrice di cambiamento, mettendosi
generalmente in contrasto con il presente e con tutto ciò che l’ha preceduta.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Progetti futuri? Tanti, ma sono consapevole che è necessario osservare il presente, per poter auspicare al
futuro. Andiamo a piccoli passi: prossimo progetto è il lavoro artistico fotografico denominato “The wall”,
interamente dedicato all’interpretazione artistica dei “muri sociali”.