Nell’anno del cibo italiano nel mondo saranno i farmers’ market e lo street food contadino ad attrarre il turismo nei piccoli comuni. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sugli effetti della nuova legge per il rilancio e la valorizzazione delle realtà locali sotto i cinquemila abitanti.
La norma prevede che vengano destinate specifiche aree per l’avvio di mercati agricoli con la vendita diretta delle tipicità del territorio, in modo da stimolare la conoscenza di angoli del Belpaese meno “battuti” rispetto ai tradizionali itinerari turistici.
Si prevede che i piccoli comuni possano promuovere, anche in forma associata, il consumo e la vendita di prodotti agricoli da filiera corta in un raggio di 70 chilometri dal punto di commercializzazione, nonché quei prodotti per i quali è dimostrato un limitato apporto delle emissioni inquinanti legate al trasporto dal luogo di produzione a quello di vendita.
I piccoli borghi organizzeranno spazi per i mercati agricoli e le vendite dirette, mentre resta confermata l’opportunità di trasformare, cucinare e vendere il cibo come vero e proprio “street food agricolo”. Inoltre, nei grandi supermercati potranno essere dedicate aree specifiche e ben identificate per l’offerta dei tesori enogastronomici dei territori.
Inoltre la legge prevede che negli appalti pubblici per le forniture alimentari alle mense l’offerta di prodotti agricoli del territorio sarà uno dei parametri preferenziali di scelta.
A conferma della centralità dell’impresa agricola per il rilancio e lo sviluppo del tessuto territoriale dei piccoli comuni la legge prevede poi che, per le attività dei centri multifunzionali, le amministrazioni interessate possano stipulare convenzioni e contratti di appalto con gli imprenditori agricoli e sono previste anche procedure più snelle e con meno burocrazia per l’affidamento degli incarichi.
La legge costituisce infine una risorsa a presidio del territorio, per il recupero dei pascoli montani anche al fine di favorire la produzione di carni e formaggi di qualità.