Avrebbe potuto essere un sabato qualunque, uno di quelli in cui, dopo la rituale spesa al supermercato, si torna a casa a rilassarsi davanti alla tv. E’ stato invece un sabato di sangue, segnato dall’ennesima strage gratuita compiuta da un giovane sulla base di convinzioni complottiste. La strage compiuta a Buffalo sabato 14 maggio, condivisa dal suo autore sui social, ripropone puntualmente la questione delle armi negli USA. Una questione che non si vuole risolvere.
La strage di Buffalo
Nel video diffuso dalle agenzie, della durata di poco inferiore al minuto, si vede un ragazzo alla guida della sua auto, in tenuta simile a quella militare, che percorre il parcheggio del supermercato Tops. E’ risaputo che Tops è frequentato prevalentemente da persone afroamericane e il ragazzo alla guida dell’auto sta cercando il posto giusto prima di scendere. Le immagini, girate e condivise dal ragazzo stesso sul social Twitch, si fermano al momento in cui punta un fucile d’assalto contro una donna. Il resto ce lo diranno le cronache: tre persone uccise e una ferita nel parcheggio, uccisa la guardia di sicurezza all’ingresso, mentre gli altri, tra personale e clienti, saranno uccisi e feriti all’interno. Il bilancio, dopo pochi minuti, sarà di 10 morti e 3 feriti, quasi tutti neri. L’autore della strage, un ragazzo di 18 anni di nome Payton Gendrom, sarà poi arrestato.
Le teorie complottiste
Si scoprirà poi che Gendrom è originario di Conklin, località a 300 chilometri dal Buffalo, sempre nello stato di New York. Nel suo liceo, il Susquehanna High School di Conklin, nell’estate 2021 aveva già minacciato di compiere una sparatoria. Tra le sue cose, inoltre, gli investigatori hanno trovato un suo lungo testo nel quale espone teorie complottiste e suprematiste su un presunto piano per cancellare la razza bianca dal pianeta. Idee che circolano liberamente negli ambienti dell’estrema destra americana, e non solo, e che nel giovane si erano radicalizzate durante la pandemia. Parole che richiamavano le stesse idee le aveva pronunciate anche nel video della strage.
Le armi in USA: una questione che non si vuole risolvere
Com’è stata possibile un’escalation simile? I segnali c’erano tutti, potremmo dire. Innanzitutto il II emendamento della Costituzione americana, quello che garantisce il diritto di possedere un’arma, non è applicabile solo a chi presenta seri disturbi mentali. La valutazione psichiatrica di Gendrom, ai tempi delle minacce al liceo, non aveva dato alcun esito positivo e lui non era stato accusato di alcun reato. L’arma con la quale ha compiuto la strage era stata acquistata legalmente. I tentativi fatti in questi anni (sempre all’indomani di stragi come quella di Buffalo) di regolamentare l’acquisto delle armi ha sempre incontrato la resistenza della National Rifle Association (NRA), l’associazione che riunisce i produttori d’armi. La resistenza è per gli esponenti di sinistra, tradizionalmente contrari, e per quelli di destra che recentemente hanno preso le distanze dall’associazione e messo nei loro programmi la regolamentazione della vendita delle armi. Chiunque ritenga che sia tempo di evolvere il concetto di difesa sul quale si fonda il II emendamento non raggiunge, guarda caso, mai i voti necessari per contare in Parlamento.
In copertina Foto di WorldSpectrum da Pixabay