L’Area Marina Protetta di Portofino è dal 1999 un’area protetta nazionale. Di fronte alle intenzioni espresse nella Legge Regionale n. 32 del 23 dicembre 2020 di infilarla nel tritacarne che sta deprimendo i Parchi regionali, arriva una riflessione, semplice: nazionale è meglio, come sembra e speriamo accolga anche Regione Liguria di fronte alle osservazioni di incostituzionalità formulate recentemente dal Ministero sulla quella legge nota come sfasciaparchi bis.
Non vogliamo tornare sul tema del fatto che il più piccolo Parco nazionale italiano ha un bilancio 20 volte più importante di quello regionale, ma ragionare sul tema della qualità.
Quest’Area protetta, istituita nel 1999, seppur tra mille difficoltà iniziali (che hanno visto l’opposizione delle stesse Amministrazioni alla sua istituzione), è cresciuta negli anni, costruendo rete sul territorio e valorizzando attività tradizionali simbolo di un’identità locale quali la Tonnarella di Camogli, oggi importante fonte di informazioni e laboratorio di biodiversità per il nostro Mar Ligure.
Ma, soprattutto, l’Area Marina sta portando avanti azioni di tutela ambientale e gestione partecipata, il cui fulcro è rappresentato dalla progettualità garantita da Fondi Europei.
Grazie a tali fondi, l’Area Marina riesce a lavorare su tematiche come:
• la tutela di specie protette (Patella ferruginea e Tursiops truncatus) grazie a importanti azioni concrete che ne riducono il rischio di estinzione
• i cambiamenti climatici, attraverso azioni che vedono il coinvolgimento degli operatori del territorio: subacquei e pescatori che divengono parte attiva di azioni di monitoraggio dello stato di salute di habitat e specie caratteristiche dei fondali del Promontorio.
Ed è proprio questo continuo monitoraggio delle attività di fruizione – la nautica da diporto, la subacquea, la pesca professionale e quella ricreativa – che, negli anni, ha consentito all’Area Marina di acquisire lo status di ASPIM (Area Specialmente Protetta di Interesse in Mediterraneo) conferito dal RAC SPA di Tunisi e di L-TER (Area della Rete italiana di Ricerche Ecologiche di Lungo Termine) che interessa 34 Paesi dei cinque Continenti e che nel 2006 ha visto la luce anche in Italia (LTER-Italia), dove oggi conta ben 17 siti.
Non a caso l’Area Marina Protetta di Portofino è stata definita la perla del Mediterraneo e il luogo di nascita della subacquea in Italia. Questa attività è capace ormai di creare sul territorio un indotto economico pari ad almeno 5 volte quello creato dalle grandi navi da crociera, grazie anche all’intento della stessa Area Marina di lavorare per costruire un tipo di subacquea sempre più sostenibile e compatibile con l’ambiente.
Ma è soprattutto dal punto di vista internazionale che l’Area Marina Protetta di Portofino ha saputo creare partnership e relazioni, andando ad acquisire un posto tra le Aree Marine Protette del Mediterraneo maggiormente capaci di gestire e proteggere il proprio territorio, nonché di contribuire grazie alle sue capacità di conoscenza e operatività, al conseguimento ai Comuni che la interessano della Bandiera Blu, il prestigioso riconoscimento conferito dalla Foundation for Environmental Education alle località costiere europee che soddisfano criteri di qualità relativi a parametri delle acque di balneazione e al servizio offerto, tenendo in considerazione ad esempio delle attività di educazione ambientale fornite, delle informazioni sugli ecosistemi messe a disposizione e, alle regole per il rispetto dell’ambiente marino vigenti.
Tutte queste azioni hanno consentito contemporaneamente la crescita e il mantenimento di professioni specialistiche legate alla gestione, progettazione e divulgazione ambientale, occupando personale legato al territorio, in un momento in cui il Parco regionale per scelta politica della Regione Liguria perde personale, in assoluto e localmente.
Si sarà notato che abbiamo ripetutamente posto l’accento sull’aggettivo PROTETTA. Tale è e tale l’Area Marina deve rimanere. La trasformazione in Area Regionale non ci piace, e va respinta con forza! Chiediamo al Consiglio Regionale di abolire l’articolo 5 ter della Legge sulle aree protette vigenti e di mantenere nella forma e nella sostanza l’attuale dimensione nazionale dell’Area Marina Protetta di Portofino, in quanto gran parte delle sue potenzialità deriva dall’essere un Ente nazionale e internazionale, un passo che chiediamo anche per il commissariato Parco di Portofino.