Sono state presentate le attivitàdel nuovo Laboratorio Archeologico Congiunto fra l’Istituto di studi sul Mediterraneo antico (Isma-Cnr) e l’Istituto storico del Montenegro (HIM).
Il Laboratorio (ArcheoLab Italia Montenegro), dal titolo ‘Archaeological survey in the Doclea valley (Podgorica, Montenegro): walking from Prehistory to early Medieval ages‘, ha lo scopo di ridare nuova vita ad un sito poco valorizzato, ma estremamente importante per l’identità culturale montenegrina. Oggetto del laboratorio è, infatti, l’antica città romana di Doclea, situata a pochi chilometri dalla capitale del Montenegro, Podgorica. Scavata soprattutto alla fine del XIX secolo e solo in parte nel corso del XX secolo, fu una città imponente, la seconda per dimensioni della Dalmazia romana. Ancora oggi sono visibili un grande foro (Fig. 1), terme, templi e case private, oltre a tre chiese di epoca medievale ai margini del sito romano.
L’Isma-Cnr e l’HIM hanno costituito l’ArcheoLab Italia Montenegro con l’obiettivo di collezionare tutti i dati relativi alla valle di Doclea, per poter conservare e valorizzare un patrimonio culturale che va dall’età del bronzo al periodo medievale. Il progetto è stato approvato e finanziato dal Cnr per gli anni 2017 e 2018: nel primo anno le attività si sono concentrate all’interno delle mura romane, mentre nel secondo anno si procederà alla ricognizione dell’area al di fuori delle mura, con un’attenzione specifica alle zone collinari, dove è stata registrata la presenza di materiali e murature romane e di fasi precedenti.
Il progetto è finanziato dal Cnr, dal MAECI e dalla società Terna Montenegro e si svolge sotto il patrocinio del Ministero della cultura montenegrino e con il sostegno dell’Ambasciata d’Italia in Montenegro. Il team internazionale del Laboratorio è molto ricco ed eterogeneo: oltre ai ricercatori dell’Isma-Cnr (Lucia Alberti, Antonio D’Eredità, Paola Moscati e Carla Sfameni), dell’HIM (Tatjana Koprivica, Slavko Burzanovi, Olga Pelcer-Vujai) e della Soprintendenza montenegrina (Marija Jabuanin), collaborano al progetto anche ricercatori dell’Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali (Itabc-Cnr) (Francesca Colosi, Pasquale Merola) – nell’ambito di un Memorandum of Understanding che l’Itabc-Cnr ha firmato con l’HIM – e i ricercatori dell’Università del Molise associati all’Itabc-Cnr (Marilena Cozzolino, Vincenzo Gentile). Fondamentali per il loro apporto anche due borsiste del programma muldisciplinare DIPLOMAzia-Scienze per la diplomazia, Aleksandra Lalatovi-Dakovi e Boena Milji, che sono state ospiti degli Istituti del Dipartimento scienze umane, patrimonio culturale (DSU) nel corso del 2017.
Durante le prime due missioni, svoltesi a marzo e fra settembre/ottobre 2017, è iniziata l’attività sul campo, con un’intensiva ricognizione archeologica all’interno delle mura romane, tramite l’uso di tecnologie innovative di analisi e posizionamento dei punti nello spazio e del fondamentale apporto delle indagini geofisiche. Il nostro obiettivo, infatti, è raccogliere tutte le informazioni di tipo storico e archivistico, le evidenze visibili sul terreno, i dati provenienti dall’analisi di foto aeree e satellitari e i nuovi risultati ottenuti attraverso l’utilizzo del georadar. Dall’interazione di tutti questi elementi provenienti da metodologie di analisi diverse, si tenterà di ricostruire gran parte dell’impianto urbano di Doclea, senza svolgere alcuna attività di tipo invasivo.