I vividi colori del Madagascar catturati da Gianni Viviani si fondono alle suggestive atmosfere occidentali di Ludovica Sagramoso Sacchetti per la mostra fotografica “Appunti di viaggio di due fotografi italiani”, proposta a Milano dalla Galleria Francesco Zanuso dal 6 al 27 febbraio.
Un itinerario fisico e reale e un percorso interiore ed emozionale sono accostati nei quaranta scatti esposti, tutti inediti, per creare rimandi e suggestioni. Entrambi gli sguardi dei fotografi partono da situazioni vere, tangibili e quotidiane, per comunicare ciascuno il proprio messaggio e il proprio differente sentire e percepire il mondo.
Gianni Viviani, nel suo peregrinare con la macchina al collo, coglie il qui e ora con il suo occhio veloce e penetrante che va in cerca del sorriso sul volto di un bambino, dello sguardo seducente di una giovane donna, del logorio di una vita sul corpo di un vecchio, dell’umiltà della fatica sul viso di un uomo, “per dare dignità a quell’umanità fatta di difficoltà, di povertà, di piccole cose, che la mia attenzione arricchiva di luci e ombre”, come ci spiega l’autore stesso. “Mi interessa – prosegue – cogliere l’attimo, rappresentare la vita nei suoi aspetti più umili, farlo con delicatezza e rispetto”. Si aggira quindi per le polverose strade malgasce e percorre da nord a sud l’isola africana alla ricerca di momenti di vita ordinaria, gesti e abitudini da cogliere nella loro spontanea immediatezza, senza alcuna interferenza o premeditata progettualità. Nelle sue immagini s’incontra quindi una ragazza che ad Anakao trasporta un enorme pesce in un secchio posato sulla testa, per poi spostarsi a vedere il lavoro nelle risaie nei pressi della capitale Antananarivo; oppure ci si perde tra le trame del mercato tessile dell’isoletta di Nosy Be, o tra i colori del mercato nei dintorni di Ankarana. La volontà del fotografo non è raccontare una storia, ma restituire l’impressione del momento in modo veloce, diretto e sincero.
Alle fotografie di Viviani fanno da contraltare gli scatti di Ludovica Sagramoso Sacchetti, creatrice di atmosfere. Spinta dalla voglia di cambiamento e di contatto con nuovi spazi, persone e luoghi, l’artista va alla ricerca di ciò che la attira e la emoziona, principalmente per mettere in relazione gli individui attraverso le immagini. Per questo, restando immersa nelle innumerevoli situazioni che offrono Milano e l’Italia tutta, la vediamo immortalare le contraddizioni insite nella nostra consueta routine: da un parco privo di persone in cui dominano gli accesi colori del fogliame d’autunno, che sembra invitare alla pace e alla contemplazione, si passa al vorticoso andirivieni della Galleria Vittorio Emanuele del capoluogo lombardo, dove i frenetici passanti si fondono agli oggetti in mostra nelle vetrine di negozi e ristoranti, diventando un riflesso di loro stessi, una scia di movimento. E ancora, dal dettaglio di una rossa foglia immersa nel blu di una pozza d’acqua, passiamo all’ampia veduta di un’affollata Darsena meneghina in inverno, ritratta in bianco e nero. “Il pensiero creativo, per definizione, non si accontenta della quotidianità, che già conosce, ma rompe le regole, si apre ad esperienze inedite, cerca nuove risposte”, rivela l’artista stessa.