Sarà colpa dell’incipiente crisi alimentare mondiale, sarà l’assenza nelle zone più urbanizzate di aree ecologiche, sarà un nuova moda, ma negli Stati Uniti ed in Europa, non è più solo un esperimento il cosiddetto “rooftop farming”, ossia la tendenza di coltivare frutta e verdura fai da te in serra sui tetti degli edifici che ha cominciato ad estendere la propria attività all’allevamento di galline ovaiole e di api.
Così anche l’apicoltura. Ad esempio a Zurigo, la più grande città svizzera. Essere apicoltore non vuol dire però solo leccarsi i baffi. Questo mestiere richiede molta pazienza e know-how. Una delle pioniere dell’apicoltura urbana è la biologa Helena Greter. Da anni si dedica alle api e vende «Honig us Züri», miele di Zurigo in dialetto svizzero tedesco.
L’allevamento di api è un lavoro tutt’altro che facile, come ha potuto constatare in tutti questi anni. Ai cittadini interessati propone un corso della durata di due anni.Negli ultimi anni, si è parlato molto della moria delle api, le cui cause non sono ancora chiare. Il responsabile di interi sciami è l’acaro Varroa? Oppure sono i pesticidi, le monocolture o altri fattori ambientali? Ciò che è chiaro è che le api sono indispensabili per l’uomo e la natura. Sono infatti loro ad impollinare gran parte delle piante.
E allora perché non allevare api anche in città? Magari con al bando gli sprechi in questi moderni “campi urbani”. In gran parte dei casi sperimentati si è scelto, infatti, di bandire gli antiparassitari per tecniche naturali di protezione delle api. Insomma, un pout porry di idee per un sistema di sviluppo ecosostenibile