Api è il nuovo documentario breve del regista e documentarista Luca Ciriello (L’armée rouge e Quaranta cavalli, 2020), prodotto da Lunia Film e L’eubage, e distribuito da Sayonara Film, che racconta l’estate in Apecar di un gruppo di adolescenti valdostani, tra musica trap, feste e driftate* ai limiti della legalità, con montagne altissime a fare da sfondo.
Api
Dopo Quaranta Cavalli (Giornate degli Autori, Premio Laguna Sud), il film è il secondo capitolo del progetto in fieri “Trilogia dell’adolescenza”. Tre documentari, dei quali l’ultimo ancora in sviluppo, che vedono al centro i ragazzi di tre diverse realtà italiane (Chioggia, Aosta, Napoli) accomunati dalla passione per un mezzo di trasporto (barchino, apecar, motorino), vissuto non solo nella sua primaria funzione di veicolo, ma come luogo di unione e di forza all’interno della propria cerchia di amici e tribù, rituale di iniziazione all’età adulta, strumento di sfida e di relazione con gli altri, rifugio e casa: una “macchina per abitare” il mondo.
Api sarà presentato in anteprima a Filmmaker Festival 2023, nel Concorso Prospettive, sabato 25 novembre alle ore 19.30 al Cinema Arcobaleno di Milano.
La storia
Saba, Gallo, Fede e Jill (15 anni a testa) hanno finito la scuola e trascorrono il mese di agosto circondati dalle cime prominenti della Valle d’Aosta scorrazzando sulle proprie Apecar modificate (motore Piaggio 50 cc). A Pollein, in provincia di Aosta, le loro giornate scorrono in maniera ciclica tra tentativi di tenere l’Ape su due ruote, riparazioni approssimative dei motori e stereo che pompano musica trap a tutto volume. Al mondo delle Api si contrappone il mondo delle moto, rappresentato da Rudy, diciottenne altezzoso e determinato a mostrare a tutti di essere il numero uno. Si ritrovano tutti alla Torre, un ex-parcheggio abbandonato dell’acciaieria Cogne: mentre Rudy si esibisce impennando, Saba e la sua banda passano il tempo sui cassoni delle Api, tra pizze e sacchi a pelo fino all’arrivo della notte, illuminati dalle luci led. Sembrano ignorare anche le poche ragazze interessate alle loro avventure. L’argomento dei loro discorsi è sempre lo stesso: l’Apecar.
Lo sguardo
“Credo che il racconto di un luogo sia prima di tutto il racconto delle persone che lo vivono e, partendo da questa convinzione, ho cercato di mettere sempre la fotografia al servizio della storia e non viceversa, in modo da creare un’etnografia visiva che, attraverso il lungo e laborioso lavoro di montaggio (realizzato assieme alla montatrice e colorist Simona Infante), ha dato vita al ritratto ritmico e dinamico di un’adolescenza nascosta”, dichiara Luca Ciriello. Il suo rapporto con i protagonisti è nato dalla ricerca antropologica ed etnografica sul territorio valdostano, ma soprattutto dalla scelta di un approccio osservativo, pieno di rispetto del mondo che ha deciso di raccontare. Commenta il regista: “Ho passato tanto tempo con i ragazzi. Li ho seguiti, aspettati, ascoltati, osservati, filmati. Attraverso molti momenti di confronto e confidenza, ma anche di silenzio, diffidenza e curiosità, si è sviluppato un rapporto di simbiosi tra loro e la mdp”.
La produzione, le location e la distribuzione
Api è prodotto da Lunia Film Srl (fondata da Luca Ciriello nel 2017 grazie alla vittoria del bando “Cultura Crea” del MiBACT) e L’Eubage Srl (società storica valdostana che ha coordinato le riprese sul territorio), con il contributo del Fondo per il sostegno alla produzione audiovisiva della Fondazione Film Commission Vallée d’Aoste. La troupe di lavoro, formata da Ciriello e dal fonico Luis Murrighile, supportata dal produttore esecutivo Luca Bich e dal produttore creativo Luciano Barisone, ha lavorato per più di un mese sui territori di Aosta, Pollein e Charvensod. Il film è distribuito da Sayonara Film.