In Campania si sta valutando di ripristinare la DAD nelle scuole di ogni ordine grado. Secondo l’unità di crisi della Regione Campania, l’apertura delle scuole, avvenuta all’indomani delle vacanze natalizie, avrebbe peggiorato notevolmente la situazione contagi in diversi comuni. Stavolta, però, il presidente De Luca non ha disposto una chiusura totale ma demandato la decisione ai sindaci. E scoppiano nuovamente le polemiche. Dopo mesi di chiusure (la Campania è stata tra le regioni con norme più restrittive in tal senso) e una sentenza del TAR si può nuovamente chiudere la scuola? E’ giusto scaricare simili responsabilità su sindaci e prefetti?
La linea dura
L’anno scolastico in Campania è iniziato all’indomani delle elezioni regionali. Un leggero slittamento rispetto alle altre regioni per consentire alle scuole di riaprire in sicurezza dopo la chiusura dei seggi elettorali. Tempo due settimane, in concomitanza con l’inizio di una seconda ondata di epidemia, e un’ordinanza del presidente ha stabilito la chiusura per le scuole di ogni ordine e grado non senza attirarsi le critiche dell’allora ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. Tutti a casa in DAD tranne gli studenti con disabilità o con bisogni educativi speciali per i mesi di ottobre, novembre e dicembre. Le vacanze natalizie hanno messo una parentesi e col nuovo anno si sperava in una ripresa a pieno regime. O almeno è quello che speravano la ministra stessa e tante associazioni di genitori che nel frattempo si sono costituite. E mentre la curva dei contagi non accennava a scendere, al braccio di ferro tra istituzioni locali e cittadini ha messo fine il TAR. La scuola ha così riaperto a scaglioni, con didattica al 50%, tra la seconda metà di gennaio e gli inizi di febbraio.
Campania: la situazione epidemiologica dopo l’apertura delle scuole
Nel giro di due settimane, l’Unità di crisi della Regione Campania ha registrato un nuovo incremento dei contagi in tutte le fasce d’età, anche nei giovani. Dati che hanno reso necessario un confronto con i sindaci e i prefetti sull’opportunità in Campania di tornare alla dad a discapito della didattica in presenza. Cosa c’è di diverso rispetto a ottobre? In primis che le situazioni d’emergenza sono circoscrivibili a singoli comuni, in secundis che a breve inizierà la campagna vaccinale per il personale scolastico. Stavolta, quindi, non si è resa necessaria una chiusura tappeto di tutte le scuole, bensì provvedimenti differenziati dove la situazione locale lo richieda. Ciò significa che la responsabilità delle chiusure e delle aperture delle scuole sarà in carico ai sindaci.
Tutti contro tutti
Ciò che invece non è cambiato è il rapporto tra gli enti locali. Non si è affievolita la contrapposizione, per esempio, tra il presidente della Regione De Luca e il sindaco di Napoli De Magistris. Dove il primo ha agito con ordinanze ad hoc, il secondo ha disapprovato in nome di una presunta dittatura, laddove, come in quest’ultimo caso, il primo ha delegato, il secondo ha accusato di fare scaricabarile. Senza considerare i comitati dei genitori pronti a nuovi atti formali qualora le scuole dovessero richiudere e agli esposti di parte dei docenti che lamentano scarse misure di sicurezza. La questione è che mentre tutti litigano con tutti c’è una generazione di studenti che ha un diritto del quale a nessuno sembra importare davvero.
In copertina foto de IlSistemone