Da non perdere l’appuntamento settimanale con la rassegna “Astradoc- viaggio nel cinema del reale”, che mira questa volta ad esplorare i confini del reale e di quello che non lo è, con una serata tutta al femminile in occasione della festa della donna. Sarà presente la regista Antonietta De Lillo, introdotta dallo storico del Cinema Giuseppe Borrone, a presentare due sue opere rientranti nel progetto “Metamorfosi napoletane: due creature unite dalla stessa sorte”, ovvero: Promessi sposi (Italia 1993 – 22’), che all’epoca passò a quello che oggi è il Torino Film Festival, e Il Signor Rotpeter (Italia 2017 – 34’), lanciato come evento speciale all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. La serata sarà chiusa dalla proiezione di Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli, vincitore della prestigiosa sezione “Orizzonti” proprio alla 74° Mostra del Cinema di Venezia.
L’amore come forza indagatrice di un’intera esistenza viene raccontata nei “Promessi sposi”, una testimonianza della forza dell’amore che lega due persone, Antonio e Lina, una coppia della provincia napoletana, due promessi sposi dei giorni nostri. Il racconto avanza come un thriller in cui i due protagonisti nascondono un mistero: tracce visive, cicatrici su un braccio, dettagli che si insinuano nella loro storia, fino a svelare l’enigma. Ciò che emerge trascende la dicotomia maschio-femmina, per esplorare tratti dell’esistenza nella sua interezza: l’amore, la sessualità, l’identità, il confine tra maschile e femminile. Tutti aspetti che nascono e si trasformano grazie al nostro ineluttabile destino del vivere in società.
“Il signor Rotpeter”, definito da Alberto Barbera “Un piccolo gioiello sorprendente che fa piazza pulita dell’antropocentrismo di cui la nostra cultura si è nutrita fino ad oggi”, è stato nella cinquina finalista dei DOCUFILM ai Nastri 2018, lo storico premio del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, e ha ricevuto, infine, un Premio Speciale per la straordinaria interpretazione di Marina Confalone.
Si tratta del ritratto immaginario dedicato al il signor Rotpeter, personaggio creato dalla penna di Franz Kafka. Antonietta De Lillo si muove su due piani: da una parte i frammenti della lezione universitaria kafkiana, come fossero la messinscena del suo passato, dall’altro il suo presente. La regista crea un personaggio cinematografico che porta in sé istanze senza tempo quali libertà, sopravvivenza, via d’uscita, e ne fa un ritratto immerso nella nostra contemporaneità. Attraverso questa narrazione inedita Antonietta De Lillo dà vita a un Rotpeter “napoletanizzato”: cammina per le strade di Napoli, nei giardini comunali di Molosiglio, percorre le scale dell’Università Federico II, osserva le famiglie che trascorrono la domenica nel bosco di Capodimonte, e infine concede a un’invisibile giornalista una lunga intervista.