Una decina di giorni fa avevamo parlato degli anticorpi monoclonali come di un ulteriore strumento nella lotta al Coronavirus parallelamente al vaccino con la prospettiva di vederli approvati nel nostro Paese in primavera. Grazie a una procedura d’emergenza, invece, l’autorizzazione dell’Aifa a un certo tipo di anticorpo monoclonale in Italia è arrivata pochi giorni fa. Gli anticorpi autorizzati sono il Regen Cov e il Bamlanivibam e possono essere usati solo in casi specifici.
L’anticorpo monoclonale che ha ottenuto l’autorizzazione dall’Aifa
Il Regen Cov è prodotto dall’americana Regeneron (è stato usato per curare l’ex presidente USA Trump):
- si basa sugli anticorpi casirivimab e imdevimab,
- il casirivimab è stato individuato e isolato in un paziente di Singapore,
- l’imdevimab è nato, invece, in laboratorio grazie all’inserimento della proteina spike del coronavirus in un topo modificato genericamente che ha così ottenuto un sistema immunitario umano.
Il Bamlanivimab è prodotto da un’altra azienda americana: la Eli Lilly and Company:
- si basa su Bamlanivimab ed Etesevimab.
Per quali pazienti sono indicati
- Le azioni del Regen-Cov sono quella di ridurre sensibilmente la carica virale in soggetti infetti e le possibilità di contrarre l’infezione in soggetti sani. Il suo uso può essere adatto a chi ha contratto il Covid in forma grave o ai soggetti sani che però sono ad alto rischio come gli anziani, soprattutto coloro che risiedono nelle RSA, e al personale di assitenza riducendo così la possibilità di contagiarsi. In questo caso fungerebbe da “vaccino passivo” come si dice in gergo.
- Il Bamlanivimab della Eli Lilly and Company può essere utilizzato, invece, per soggetti con Covid 19 lieve o moderato ma che sono ad alto rischio. Questi anticorpi riducono il rischio di morte per Covid 19 ma anche di ricovero.
Un successo per l’Italia
L’autorizzazione all’uso degli anticorpi monoclonali in Italia è stata possibile grazie a una legge che consente l’utilizzo in emergenza di terapie sperimentali non ancora approvate dall’Ema. Va ricordato, infatti, che gli anticorpi monoclonali sono diversi e ancora in fase di studio. Il loro utilizzo è previsto in casi di emergenza. Abbassando la carica virale, gli anticorpi risultano particolarmente utili nel trattamento sia di casi gravi sia di quelli a rischio, Sono in grado, quindi, di ridurre il tasso di mortalità (che nel nostro Paese è tra i più alti) e il numero delle ospedalizzazioni portando a un alleggerimento delle strutture ospedaliere. E’ bene tenere a mente che gli anticorpi monoclonali non sostituiscono il vaccino e viceversa. La campagna vaccinale per avere risultati apprezzabili ha bisogno di arrivare al 75% della popolazione, obiettivo che si raggiungerà tra qualche mese; nel frattempo è necessario possedere uno strumento di cura e tutelare i soggetti più fragili.
In copertina foto di Herney Gómez da Pixabay