L’antibioticoresistenza è la nuova pandemia strisciante. Il problema della resistenza dei farmaci antivirali ai virus e degli antibiotici ai batteri e super batteri è una delle sfide che attendono il mondo della scienza nei prossimi mesi. La minaccia per la salute pubblica si è palesata già negli scorsi anni considerando gli alti numeri in Italia e in Europa. Cittadinanzattiva ha stilato una Roadmap con 10 priorità per combattere il fenomeno.
Antibioticoresistenza: la nuova pandemia
Nell’esprimere la propria soddisfazione per la conferma del virologo di fama internazionale Giorgio Palù alla guida dell’AIFA, la Società italiana di virologia (Siv-Isv) ha inviato una lettera alla Agenzia Italiana del Farmaco evidenziando una delle emergenze che attanaglia il mondo già da qualche anno: l’antibioticoresistenza. Nella lettera, i virologi definiscono la resistenza agli antibiotici dei batteri e quella dai farmaci antivirali ai virus una pandemia strisciante in atto. Un fenomeno che ogni anno fa, solo in Italia, tra i 10.000 e i 15.000 morti, numeri che nel 2022 avevano guadagnato al nostro Paese il primato in Europa. A livello globale, invece, le stime salgono a 5 milioni di morti. Al momento rappresenta la seconda causa di morte e si stima che in pochi anni i decessi per antibioticoresistenza supereranno quelli per cancro.
Quali sono le cause della resistenza agli antibiotici
La resistenza agli antibiotici da parte dei batteri è un processo naturale. Rappresenta un processo di adattamento di questi organismi che sviluppano la capacità di resistere ai farmaci specifici. Ciò che stiamo sperimentando sulla nostra pelle riguarda un’esasperazione di questo fenomeno naturale provocato essenzialmente da un uso scorretto degli antibiotici. Nello specifico i comportamenti che favoriscono la resistenza agli antibiotici sono:
- Assumere antibiotici anche se non necessari: l’assunzione degli antibiotici è aumentata notevolmente. SI prescrivono anche per comuni raffreddori o stati influenzali e per infezioni di natura virale (per le quali sono totalmente inutili). Si prescrivono molto anche in ambito chirurgico e odontoiatrico per contrastare eventuali infezioni dovute alla prassi chirurgica. I dentisti sono i medici che più di tutti prescrivono antibiotici. Li prescrivono in via preventiva prima di affrontare il problema.
- Non seguire la cura per intero: sempre più spesso capita che dopo 3/4 giorni i sintomi si allevino per cui si interrompe la cura che invece dovrebbe avere una durata di 8/10 giorni. Accade, però, che in 3/4 giorni il batterio è solo indebolito, non debellato. Pertanto la sua natura adattogena lo rende più forte contro quel farmaco.
La Roadmap di Cittadinanzattiva
Cittadinanzattiva ha stilato una Roadmap in 10 punti che individua strategie utili a contrastare il fenomeno dilagante agendo su più livelli. Uno di questi è senza dubbio divulgare consapevolezza nella popolazione. Le persone vanno informate sui rischi di un uso improprio degli antibiotici: vanno assunti solo dietro prescrizione medica e la cura va seguita in modo meticoloso. La scienza, dal canto suo, deve impegnarsi nella creazione di nuovi farmaci riferendosi alle ultime tecnologie e cercando nuovi finanziamenti alla ricerca e favorire la commercializzazione di nuovi trattamenti efficaci. Il mondo della medicina, invece, deve agire sulla prevenzione. Ha bisogno di promuovere tutte le prassi utili per ridurre quanto più possibile il ricorso agli antibiotici. In definitiva bisogna affrontare il problema come una seria emergenza globale.
In copertina foto di PublicDomainPictures da Pixabay