Antibiotici Candida auris: quanto sono efficaci? L’interrogativo inquieta gli studiosi. Sembra, infatti, che questa emergente forma di Candida, come la definisce l’Istituto Superiore di Sanità sul portale EpiCentro, mostri una particolare resistenza agli antibiotici attualmente a disposizione. Recentemente, un boom di casi registrati negli Stati Uniti ha fatto scattare un vero e proprio allarme.
Dal Giappone all’Europa
La Candida auris è un fungo che deve il suo nome all’orecchio, il sito nel quale è stato isolato la prima volta. Era il 2009 e fu trovato nell’orecchio, appunto, di una donna in Giappone. In realtà il fungo era stato individuato già nel 1996 in alcuni campioni coreani. In Europa la Candida auris ha fatto registrare alcuni focolai in Francia nel 2015 e in Italia nel 2019. La pandemia, che ha investito il mondo tra il 2020 e il 2022, ha spostato il focus. Ora è tornata alla ribalta delle cronache per un boom di casi registrati negli Stati Uniti nelle ultime settimane.
Candida auris: quali sono i sintomi
Non è semplicissimo diagnosticare la Candida auris poiché i segnali non sono evidentissimi e per rilevarli occorrono macchinari specifici. I sintomi più ricorrenti riguardano infezioni del torrente ematico, intra-addominali o di ferite, otiti. Il fungo circola per lo più negli ospedali e nelle case di cura. I soggetti più predisposti sono quelli ospedalizzati e tra questi coloro che hanno un sistema immunitario debole, coloro che hanno bisogno di dispositivi medici quali cateteri sia vescicali che venosi, o quanti hanno subito interventi chirurgici.
La difficoltà nello scoprire i sintomi in modo precoce consente al fungo di propagarsi facilmente dando luogo a veri e propri focolai.
Antibiotici: la nota dolente della Candida auris
Cosa fa tanto paura della Candida auris? Nella maggior parte dei casi l’infezione da Candida auris non è molto grave, ma quando lo è può generare una complicazione di tipo sistemico. Può interessare, cioè, diversi organi contemporaneamente. In questi casi il tasso di mortalità è alto. Ciò accade perché il batterio tende ad attaccare soggetti già deboli fisicamente.
L’altro elemento di questo fungo che preoccupa il personale sanitario è la sua resistenza farmacologica. Gli antibiotici attualmente a disposizione contrastano le infezioni batteriologiche e non quelle da funghi. Sono infatti molto più diffuse le infezioni batteriche rispetto a quelle derivanti dai funghi.
In copertina foto di Arek Socha da Pixabay