L’ansia giovanile è un fenomeno diventato ormai dilagante. La metà circa dei giovani di oggi hanno a che fare con ansia e depressione. Molti di loro fanno già uso di psicofarmaci mentre gli adulti sono impreparati ad affrontare questo risvolto della vita dei loro figli. “Inside out2” arriva, così, al momento giusto. Il film di animazione Pixar anche stavolta fa centro e si rivela magistrale nel rappresentare il mondo delle emozioni.
Disagio giovanile: un fenomeno dilagante e globale
Abbiamo più volte affrontato il tema del disagio giovanile nelle sue diverse sfaccettature sulle pagine del nostro giornale. Le ricerche che indagano sulla condizione dei giovani oggi concordano tutte sull’esistenza di un disagio sempre più diffuso e persistente a livello globale. Famiglia e scuola sono i luoghi in cui il disagio si consuma maggiormente e tra le soluzioni più adottate gli psicofarmaci talvolta battono lo psicologo.
La pandemia, con la sua esigenza di isolamento, ha dato un forte impulso al fenomeno. I casi di ansia tra i giovani (come anche tra gli adulti) sono ulteriormente aumentati fino a farci ritrovare di fronte a una generazione fragile e facile vittima del bullismo.
Ansia giovanile: è davvero un male?
La maggior parte degli adulti ha nei confronti dell’ansia giovanile un atteggiamento non proprio funzionale. Con l’andare avanti delle generazioni si è passati da un atteggiamento svalutante a uno eccessivamente protettivo. Gli adulti di oggi ricordano i propri genitori sminuire l’ansia che provavano semplicemente perché non essendo i giovani ancora a contatto con i problemi veri della vita, come le bollette da pagare o crescere un figlio, non avevano motivo di sentirsi in ansia. Gli adolescenti di oggi sperimentano un atteggiamento molto preoccupato dei loro genitori alla minima espressione di tristezza, noia o debolezza.
La realtà è che l’ansia è qualcosa di strettamente collegato all’età dell’adolescenza e dobbiamo accettarlo. Sentire svanire la spensieratezza dell’infanzia provoca smarrimento e percepire che si sta entrando in una fase della vita nuova genera senso di inadeguatezza.
Come aiutare dunque un adolescente ad affrontare lo tsunami che si genera nella sua mente?
Inside out 2 non è un semplice cartone
Una delle opzioni è andare al cinema è vedere “Inside out 2”. La visione del film non sostituisce un percorso terapeutico con uno specialista ma può chiarire in modo semplice tanti dubbi. A nove anni dall’uscita del film precedente, ritroviamo Riley tredicenne, ovvero in piena adolescenza. Nuove emozioni fanno il loro ingresso nella centrale operativa della protagonista: ansia, noia, invidia e imbarazzo creando non poco scompiglio alla coriacea gioia e alla stessa Riley che si troverà a fare i conti anche il suo lato oscuro.
Se il primo film della serie ci ha fatto capire l’importanza di accogliere le emozioni spiacevoli dando loro la stessa dignità di quelle piacevoli, con il secondo è necessario un passo ulteriore che è poi il segreto di una crescita serena e armonica. Tranquilli, non lo sveleremo…