La prova costume, la dieta e gli allenamenti sempre più intensi per arrivare più o meno pronti alla fatidica prova costume non creano solo ansie e insicurezze negli adulti, che spesso si sentono costretti a inseguire una forma fisica perduta a causa di cattive abitudini acquisite nel corso degli anni, ma coinvolgono un numero sempre crescente di adolescenti. I numeri parlano chiaro: c’é un aumento dei disturbi alimentari tra i giovani. Sono oltre tre milioni le persone che ne soffrono in Italia e fra questi, 2,3 milioni sono adolescenti, che sempre più frequente lottano conanoressia, bulimia e disturbi da alimentazione incontrollata.
“In questo momento in Italia, come in tutto il resto del mondo, stiamo assistendo a un’epidemia sociale, che riguarda fasce di popolazione sempre più estese e, in maniera preoccupante, le ragazze già dai 12 anni di età”, spiega Nan Coosemans, family coach che da circa vent’anni lavora nel mondo dello sviluppo personale a contatto con bambini e adolescenti aiutandoli nel proprio percorso di crescita personale e autrice del libro ‘Quello che i ragazzi non dicono’ (Sperling & Kupfer).
Ma come e dove hanno origine questi meccanismi che scatenano i disturbi alimentari in età adolescenziale? La Family Coach illustra alcune delle cause più comuni di certi comportamenti:
1) Da piccoli vengono spesso ‘iniziati’ al gioco con Barbie e Superman, due figure molto popolari e ‘innocue’ che creano però una sorta di ancoraggio fuorviante, “Un’immagine di perfezione irreale a cui il cervello rimanderà costantemente quando ci si riferisce alla forma fisica”, spiega la Coosemans;
2) A rafforzare questa idea interviene il modello fornito dai media: TV, giornali, pubblicità, tutto mostra fotomodelle, attori, veline, presentatori ecc. con fisici scultorei, capelli perfetti, protesi e ritocchi di ogni sorta. “Questo bombardamento quotidiano contribuisce a imprimere nel cervello immagini false e irraggiungibili, da cui ci si sente sempre più distanti, contribuendo a creare una frustrazione crescente”;
3) I messaggi pubblicitari: delle creme per ‘rimodellare’ il corpo in poi, il messaggio di sottofondo che i ragazzi percepiscono è quello di non essere mai all’altezza;
4) Il potere degli “amici”: i ragazzi e le ragazze crescono e spuntano le ‘forme’. Cominciano a guardarsi intorno, e a fare inevitabili paragoni con gli amici. “Vogliono avere jeans della stessa marca, sentirsi parte del ‘branco’, accettati e anche ammirati. Capita così che quando ritengono i propri canoni estetici lontani dai ‘parametri di riferimento’ si sentano esclusi, demoralizzati, tagliati fuori e finiscano per mettere in discussione il proprio valore intrinseco”.
5) L’insicurezza dei genitori: spesso sono i genitori stessi a trasmettere le proprie debolezze, che trovano terreno fertile nella testa dei figli e causano traumi difficili da sradicare.
6) Non sottovalutare l’influenza degli ormoni: gli adolescenti sono insicuri per definizione, “Quando ci si mette anche il corpo e intervengono i cambiamenti ormonali, si trasformano in spietati auto-critici”, precisa ancora Coosemans.
7) La difficile gestione delle emozioni: per usare una semplice metafora, gli adolescenti trascorrono gli anni critici come se fossero sulle montagne russe. Capita spesso che il cibo diventi un conforto, con reazioni e approcci diversi: si mangia per consolarsi o si smette perché ci si sente infelici. “Una cosa è certa: una scarsa autostima è sempre una delle cause alla base dei disturbi alimentari”.
I genitori però nella maggior parte dei casi si trovano spiazzati di fronte a questi problemi e non sanno come aiutare i ragazzi. Coosemans a questo proposito formula alcuni consigli utili per spronare i figli a uscire dal momento difficile e a riprendere un rapporto equilibrato con la propria immagine:
1) Per prima cosa è assolutamente necessario evitare di fare commenti rispetto alle persone intorno, evitando soprattutto di trasmettere il messaggio che la bellezza sia un merito e una chiave sicura per la felicità. “Frasi come ’Lui è grasso, fa schifo’, così come ‘lei è bella e magra’, non fanno che ribadire al figlio che deve essere in un certo modo per andare bene ed essere accettato”.
2) “Piuttosto – suggerisce la coach – è una buona abitudine parlare di salute, di quanto sia importante mangiare sano e seguire semplici regole per un’alimentazione equilibrata. Il focus principale deve restare la salute, essere attraenti è una diretta conseguenza”.
3) Mangiate bene a casa, fate sport, siate l’esempio giusto per i vostri figli. “Se il ragazzo non vede coerenza fra messaggio e comportamento si sentirà legittimato a seguire ciò che gli fa più comodo e lo mette meno alla prova”;
4) Se pensi che tuo figlio sia grasso (o grassa) non esprimerlo mai perché crei le fondamenta per un pensiero pericoloso, oltre che dannoso. “Piuttosto mettiti in posizione d’ascolto, cerca di andare a fondo delle cause che lo hanno portato al sovrappeso, fallo sentire amato e apprezzato a prescindere e offrigli il tuo aiuto concreto: fissa con lui un appuntamento dal dietologo, coinvolgilo nella spesa e nella preparazione dei piatti, fallo sentire parte attiva del suo stesso cambiamento. Così facendo creerai un meccanismo che da adulto sarà in grado di ripetere e gestire da solo”, aggiunge Coosemans.
5) Esamina da chi o cosa tuo figlio è influenzato: chi ha un impatto sulla sua visione del mondo oltre a te? Chi sono i ‘pari’ con cui si confronta quotidianamente? Cosa o chi lo fa sentire inadeguato? In che modo? “Non suggerisco mai ai genitori di prendere i figli e sottoporli a un interrogatorio, quanto piuttosto di osservarli da vicino e sviluppare sensibilità per i dettagli, i campanelli d’allarme, i segnali. Se si pone attenzione, si avverte che i ragazzi dicono molto di più di quanto non esprimano a parole”.
6) Spiega come funziona veramente il mondo dei media, cosa c’è dietro alla scelta delle immagini delle pubblicità. “I ragazzi rimangono molto colpiti se, ad esempio, si spiega loro che dietro alla scelta di una modella magrissima c’è un piano di marketing da parte delle aziende che, per guadagnare soldi, creano delle campagne in cui sembra “figo” essere scheletrici. I ragazzi non sopportano l’idea di essere raggirati”;
7) Mostra a tua figlia – o figlio – le sue potenzialità e quelle del suo corpo e aiutala a lavorare sull’immagine di sé in modo positivo. Lo sport è il mezzo migliore per lavorare sul proprio corpo e raggiungere obiettivi di cambiamento realistici, oltre che di beneficio in termini agonistici.
8) Evita di ripetere frasi come “Amore ma che dici, sei bellissima”, che non fanno che peggiorare la situazione quando i ragazzi non si sentono abbastanza belli o in pace con il proprio corpo. “Meglio piuttosto mostrare che prendiamo la questione sul serio, dicendo ad esempio “Mi dispiace che tu ti senta così” e spingendoli ad aprirsi e a spiegare come vedono se stessi, cosa vorrebbero migliorare, cosa pensano non vada bene”.