“Le nostre toghe sono rosse, oltre che per il sangue versato, per la passione civile,
mai per la vergogna che restituiamo al mittente”
Bisogna rispedire al mittente un attacco senza precedenti alla autonomia e all’indipendenza della magistratura. I giudici non sono contrari alle riforme. Non siamo contro qualcuno, ma a favore di qualcosa: la Costituzione. Così, in breve, Francesco Cananzi, presidente della Giunta dell’Anm napoletana ha aperto l’affollata assemblea dell’associazione nazionale magistrati napoletana, estesa anche agli avvocati. “Crediamo a quel programma politico, che deve essere ancora attuato, – prosegue – che mantenga intatti i principi della Costituzione”. Respinte dall’assemblea, duramente, le prese di posizione del presidente Berlusconi. “Le toghe sono rosse, oltre che per il sangue versato – ha rilanciato il segretario Tullio Morello – per la passione civile, mai per la vergogna che restituiamo al mittente”. Morello ha spostato, poi, il tema del confronto sulla situazione disastrosa in cui versa la Giustizia partenopea. “Non possiamo garantire alcuni servizi, per ragioni che non dipendono da noi”, ha detto. Carenza di organico togato e amministrativo, spazi e fondi che mancano; in questo quadro l’Anm segnala due possibilità per far fronte all’emergenza: sospendere quei servizi che non possono più funzionare adeguatamente, attingendo dunque forze per migliorarne altri, richiamare dagli uffici ministeriali i magistrati. Sugli sforzi di organizzazione che i magistrati compiono, il segretario della sottosezione Anm di Santa Maria Capua Vetere Carlo Fucci, ex segretario dell’Anm, ha sottolienato che “la crisi non è superata. Non possiamo assistere inermi allo sradicamento dei principi costituzionali”. Una difesa sostenuta anche dagli esponenti dell’avvocatura presenti all’assemblea. Per Mario Pisani Massamormile questa battaglia non deve però generare equivoci: bisogna convincere quella “parte di opinione pubblica che confonde i giudici con l’unica forza di opposizione al governo Berlusconi. Questo non si deve accette passivamente”.
Mariuccia Manganelli
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