Secondo un indagine del Censis (Centro Studi Investimenti Sociali, un istituto di ricerca socio-economica nato nel 1964 ), l’Italia è il primo paese in Europa per animali domestici . Sempre di più i piccoli amici a quattro zampe, diventano parte integrante delle nostre famiglie e non solo.
Oggi infatti la famiglia tradizionale acquisisce mille nuove sfaccettature, perdendo il significato più arcaico e conquistando una modalità più moderna ed evoluta, fatta anche da single e separati.
Sono proprio loro infatti che privilegiano la presenza di animali domestici, tanto da essere presenti per il 68% in case di separati/divorziati e il 54% di single.
Quanti sono gli animali domestici in Italia
Gli animali domestici con la loro dolcezza, aiutano ad esorcizzare la solitudine, a creare il clima familiare, ad allontanare la depressione e la tristezza, sono scelti sempre di più come compagnia per anziani e compagni di giochi per bambini.
Sempre secondo il Censis, in Italia ci sono 32 milioni di animali domestici: gli uccelli sono al primo posto, seguono i gatti ed i cani quasi a pari numero rispettivamente 7 e 7,5 milioni.
Insomma questi piccoli animali fanno parte della nostra vita e della nostra quotidianità. Condividono i nostri spazi vitali, talvolta il nostro letto e in alcuni casi il nostro armadio.
L’umanizzazione degli animali
Nel 2017 in Italia sono stati spesi 5 miliardi di euro per la cura ed il benessere degli animali domestici (dati Censis).
Numeri in crescita negli ultimi anni, a significare che tali spese diventano sempre di più parte integrante del bilancio familiare. Fino a che si tratta della cura e della salute dei nostri cuccioli tutto è lecito: cibi, collari, guinzagli, gabbie, lettiere, toletta, cure veterinarie.
Meno condivisibile è la folle rincorsa ad una estrema umanizzazione dell’animale domestico, tale da dirottare le spese su tutine e accessori che poco hanno a che vedere con il loro essere animale. Cibi estremamente sofisticati che minano alla loro salute, o addirittura cibi svuota pattumiera dei nostri pranzi o cene che poco hanno a che fare la loro corretta dieta alimentare.
Le “follie” per animali domestici
Una tra le follie più grandi il passeggino per cani, portati in giro come bambini, oppure tolettature estreme, abitini succinti, accessori ridicoli che possono in casi estremi creargli problemi motori.
E’ fondamentale interrogarsi sui perché di questa umanizzazione, probabilmente alcune motivazioni trovano fondamento nella necessità di farne spettacolo, oppure di farli diventare il surrogato di una mancanza affettiva, di un giocattolo per bambini o di un passatempo.
Talvolta è anche conseguenza di un affetto eccesivo che sfocia in ossessione, tale da rendere il nostro animale domestico il centro del nostro mondo. Perdendo di vista in questo modo ruoli e competenze dell’uno e dell’altro.
Animali come esseri umani: le possibili cause
Un’altra causa di questa eccessiva umanizzazione è anche l’allontanamento dell’uomo dalla natura.
L’essere umano sempre più animale da città, ignora le regole della natura e quindi tende a riportare l’animale ad un contesto a lui più congeniale: la sua casa, la sua modalità di civiltà, i suoi interessi.
Vediamo alcuni cuccioli portarti in giro come ciondoli da sfoggiare, resi ridicoli per una foto con qualche like in più.
Un altro esempio di estrema umanizzazione è il matrimonio tra cani.
A san Francisco nel 2018 la cronaca rosa racconta di un matrimonio tra due labrador, questa moda è giunta anche in Italia, dove i giornali già nel 2017 scrivevano di un matrimonio tra due cocker avvenuto a Treviso.
Insomma la sensazione sembra sia quella di trasferire su questi cuccioli i propri sogni e desideri, cosi come accade per un componente familiare, dimenticando però la loro reale natura.
Pro e contro dell’eccessivo amore
Non è in alcun modo messo in discussione il sano amore verso questi animali, che ha aiutato la società stessa ad essere più pet-friendly.
La maggior parte di alberghi e luoghi pubblici finalmente accettano di buon grado la presenza dei nostri amici a 4 zampe, tanto da rendere le strutture perfettamente attrezzate all’esigenze dei nostri animali.
Il pericolo si rivela solo nell’ esasperazione verso l’eccessiva umanizzazione.
La grave controindicazione potrebbe condurre l’uomo a fare e disfare del proprio animale, come si fa con le relazioni umane e quindi aumentare gli abbandoni perché gli impegni e le aspettative diventano troppo elevate e difficilmente percorribili .