Parte dalla Valle Camonica Andare con il gregge, il progetto di Monica Sgrò promosso nell’ambito della Rassegna di arte pubblica aperto_ art on the border del locale Distretto Culturale e curata da Giorgio Azzoni, in collaborazione con l’Associazione Coda di Lana, il Comune di Malonno e l’Istituto comprensivo di Edolo, con l’intento di valorizzare il territorio della valle dei segni e la filiera della lana attraverso la transumanza, una delle tradizioni più antiche d’Italia e Patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO.
Andare con il gregge
La consapevolezza rispetto alle risorse locali e l’importanza della valorizzazione del proprio patrimonio culturale sono le basi di Andare con il gregge, progetto nato nel 2019 con il contributo e la partecipazione attiva delle comunità locali, che ha interessato il territorio con azioni e workshop aperti al pubblico e alle scuole. La collaborazione con l’Associazione Coda di Lana ha originato una riflessione più ampia su diverse tematiche quali il sostegno ai pastori della Valle, il ritiro e riciclo della loro lana, e le problematiche di smaltimento della stessa come rifiuto speciale.
L’atto conclusivo di questo processo artistico si tradurrà in una transumanza aperta al pubblico – prevista nelle date del 14 e 15 maggio – un’azione performativa che invita a riflettere sui valori insiti nel territorio offrendo una rilettura del paesaggio in quanto custode di conoscenza di tradizioni millenarie, tesori della memoria collettiva a rischio estinzione (il cosiddetto “patrimonio immateriale”).
Il percorso di transumanza con il pastore Lorenzo Bona e il suo gregge attraverserà il territorio insieme ai cittadini e alle scuole medie ed elementari di Malonno, che percorreranno il tragitto fino al campo base allestito nel Comune di Sonico-Rino; la transumanza verrà seguita di giorno e di notte, vivendo in modo immersivo il paesaggio e la vicinanza con gli animali.
Territorio e cammino
Questa immersione nel territorio, tra gergo e cammino, sarà testimoniata da una installazione in feltro site specific che verrà collocata in modo permanente presso il Macil, Centro per l’itineranza e la lana, sito nello storico Palazzo Martinengo a Malonno, luogo preposto per la salvaguardia della cultura agropastorale di tutta la Valle Camonica.
L’installazione, ispirata agli itineraria picta romani e alla mappa rupestre di Bedolina, si comporrà di due lunghi stendardi in feltro naturale ad evidenziare l’unione orizzontale e verticale propria del corpo a corpo che emergerà in transumanza tra l’uomo e l’animale. Il tragitto compiuto e alcuni elementi propri del paesaggio saranno riportati come riferimenti cartografici sul feltro: il fiume, il piccolo borgo, ma anche elementi meno visibili come i sassi, i funghi, le foglie. Le attività manuali saranno gestite in collaborazione con la maestra feltraia Barbara Bordini e con l’associazione Coda di lana, e sono aperte al pubblico e alle classi.
La transumanza – Il percorso
Durante il percorso si svolgeranno alcune azioni libere con diversi materiali e strumenti, fino a raggiungere l’accampamento, anch’esso concepito come fattore identitario del processo artistico. Qui infatti i momenti di preparazione del campo, con il supporto organizzativo degli Scout di Malonno e della Pro Loco di Sonico, si intrecceranno a momenti di sistemazione dell’opera con i disegni realizzati nel cammino dai partecipanti alla transumanza. Al calar del sole ci saranno i racconti sulle esperienze di vita del pastore e sulla lana, narrate da coloro che un tempo la lavoravano producendo manufatti di pregio per la Valle come le note trapunte. In questa atmosfera si evocherà come in un rito l’antico gergo dei pastori, il gaì – o gavì – che sarà poi utilizzato per tradurre parole legate al paesaggio circostante emerse nel corso dell’esperienza, alcune delle quali saranno stampate a fuoco su uno dei due stendardi in feltro.
L’artista – Monica Sgrò
Monica Sgrò, docente e artista, lavora nell’ambito di progetti relazionali e di arte pubblica. La sua ricerca artistica si fonda su metodologie educative e relazionali, con workshop e progetti condivisi basati sull’uso di tecniche antiche e materiali naturali come la lana. La scelta di agire esclusivamente con questa materia prima permette di sviluppare percorsi artistico-educativi con docenti e studenti, per una didattica identitaria dei luoghi.
I progetti si rivolgono principalmente alla sfera pubblica, in particolare a quei luoghi in cui la lana, un tempo risorsa si è persa, con il conseguente abbandono di abilità manuali, economia e cultura del settore. Il suo avvicinamento al mondo della pastorizia transumante, in dialogo con associazioni, pastori, antropologi e storici, ha fatto emergere una visione più ampia, che contempla il camminare seguendo gli animali come pratica artistica di esplorazione tra luogo e individuo, integrando l’attenzione e la conoscenza della filiera della lana e del suo riuso.