Attivisti di Extinction Rebellion si sono riuniti davanti la sede del Comune di Ancona, e hanno srotolato lungo le scalinate del palazzo dei teli isotermici, simili a quelli usati durante il soccorso dei migranti in mare, mentre alcune persone reggevano uno striscione con una domanda provocatoria: “E quando toccherà a noi?”. In seguito, gli attivisti hanno inscenato una performance musicale nella piazza e spiegato con degli interventi i motivi della manifestazione.
Extinction Rebellion, un’azione pacifica
L’azione pacifica mirava a sottolineare le connessioni fra crisi climatica, migrazioni forzate e il rischio che il susseguirsi di eventi meteorologici estremi porti anche il Nord del mondo a soffrire le conseguenze della crisi climatica. «I mutamenti climatici, il degrado ambientale e le conseguenti catastrofi naturali sono sempre più alla radice movimenti di rifugiati climatici. Oggi siamo qui per ricordare alla Regione Marche, che nel 2019 ha solo formalmente proclamato lo stato di emergenza climatica senza far seguire interventi concreti, gli effetti drammatici della crisi climatica nella nostra regione e nel mondo» dichiara Anna, una delle attiviste intervenute durante l’azione. Il riferimento è alle crisi migratorie, sempre più spesso determinate dal cambiamento climatico: in particolare dalla siccità e dagli eventi climatici estremi, come sottolineato in un report congiunto di UNHCR e Legambiente.
Il rischio siccità in tutta Italia
Quest’estate nelle Marche il rischio siccità ha spinto diversi Comuni ad adottare misure contro lo spreco dell’acqua, mentre la temperatura del mare Adriatico, su cui la regione si affaccia, ha registrato un record di temperatura sfiorando i 30 gradi pochi giorni fa, creando danni alla pesca locale, secondo gli esperti un altro effetto tangibile del cambiamento climatico. «I governi non stanno attuando le politiche necessarie per frenare la crisi climatica in corso, né per garantire un’accoglienza dignitosa di chi fugge dalle sue conseguenze. Oggi siamo qui a ribadire che quello che succede nel Sud del mondo ci riguarda da vicino ed è il futuro che ci aspetta se non agiamo ora», sostiene Michele di Extinction Rebellion.
L’azione
L’azione dimostrativa ha anche criticato il progetto di banchinamento del Molo Clementino, che ha visto negli ultimi mesi la mobilitazione di diversi gruppi anconetani per la salvaguardia del porto storico. «Non vogliamo porti rimodulati per il turismo di lusso, mentre restano chiusi per le persone migranti che fuggono da eventi estremi: siamo qui per ribadire che non c’è nessuna possibilità di frenare la crisi climatica senza lottare per la giustizia sociale e l’uguaglianza di opportunità per Nord e Sud del mondo» dichiara Anna «è arrivato il momento che la Regione Marche agisca: se riconosce l’emergenza climatica, faccia sua la lotta per la giustizia climatica e sociale».