“Con l’avvio delle città metropolitane dal 1 gennaio c’è stato il riconoscimento istituzionale del loro ruolo, ora dobbiamo porci il problema di costruire questa nuova dimensione non solo come istituzione, ma anche come progetto di sviluppo socioeconomico. Anzi il ruolo nuovo istituzionale che è stato riconosciuto sarà tanto più efficace in quanto sarà capace di esprimere un progetto di sviluppo. Per fare questo c’è necessità di sostenere l’avvio delle città con un progetto di medio termine che consenta di offrire una visione, e di collocare ogni città dentro una dimensione, indicando per ciascuna quale sarà il suo futuro nei prossimi 15 – 20 anni.
E’ quanto ci proponiamo di fare con questa iniziativa”. Lo ha detto il presidente dell’Anci presentando il progetto Start City, promosso dal Coordinamento Anci dei sindaci delle Città Metropolitane in collaborazione con The European House-ambrosetti.
L’iniziativa, illustrata in una conferenza stampa a Palazzo Isimbardi, sede della Città metropolitana milanese, mira ad individuare una cornice strategico-operativa per lo sviluppo degli enti metropolitani, con particolare riferimento alla dimensione economica, alla crescita occupazionale e alla capacità dei territori di attrarre nuovi investimenti.
“Nell’era della globalizzazione, le città metropolitane sono i luoghi in cui si concentrano il massimo delle opportunità e delle criticità e sono anche – ha spiegato il Presidente – i luoghi da cui può ripartire lo sviluppo dell’intero sistema paese”. Per fare questo è però necessario che “venga loro data forza in termini di cultura, di identità, e di respiro strategico per evitare che restino solo un semplice fatto amministrativo o burocratico e diventino perfettamente riconoscibili dai cittadini”. Il presidente dell’Anci ha sottolineato il significato operativo del progetto avviato oggi, che prevede due step fondamentali. Innanzitutto, l’organizzazione nei prossimi mesi in tutte le 14 Città metropolitane di incontri di approfondimento con gli attori territoriali, dando vita ad un confronto diretto sulla visione strategica per la Città così da condividere le opportunità associate al nuovo status metropolitano.
L’ultimo passaggio del progetto sarà un forum finale – il 4 e 5 dicembre a Firenze – occasione per presentare una sorta di Libro Bianco delle Città metropolitane, su cui confrontarsi con i vertici del governo locale e nazionale, della business community nazionale ed internazionale, della società civile, così da avviare un dialogo costruttivo sulle priorità strategiche e sulle azioni concrete da sviluppare. “Questo progetto è ambizioso ma ci soccorre il fatto che altre città hanno avviato, prima del riconoscimento della legge Delrio, un lavoro sulla programmazione di medio periodo”, ha argomentato il Presidente. “E’ comunque un lavoro di grande interesse che consentirà di collocare la nostra attività quotidiana dentro una visione, cosa che – ha concluso – darà maggiore forza alla nostra azione di sindaci”. Da parte sua il sindaco di Firenze ha sottolineato come per “la prima volta i sindaci metropolitani prendono coscienza della loro forza, facendo un vero lavoro di squadra: le aree metropolitane sono la vera lepre del paese e la ripresa non può che partire da qui”, ha osservato il coordinatore delle Città metropolitane.
“La nostra ambizione è quella di costruire un’agenda metropolitana che passa dai grandi temi delle reti infrastrutturali, dello sviluppo locale, dell’innovazione tecnologica e delle risorse”, ha aggiunto auspicando un rapporto più forte con le istituzioni europee, “al di là delle assegnazioni dirette previste dal Pon metro”. “Le 14 città metropolitane – ha affermato ancora il sindaco fiorentino – si propongono come gli interlocutori privilegiati di governo, regioni e di tutti gli stakeholder nazionali ed internazionali”. Per il sindaco di Milano sono tre gli elementi che possono fare la differenza per le nuove Città metropolitane, disegnate dalla legge Delrio. “Innanzitutto il dialogo con il territorio per costruire la condivisione delle scelte e la pianificazione strategica”. Ma ancor di più la cultura, e la “consapevolezza che bisogna costruire una propria autonoma identità metropolitana”. Infine, il presidente del Consiglio nazionale Anci. “Con la globalizzazione, la competizione non si fa più tra imprese ma tra territori”, ha detto il sindaco di Catania ricordando di essere stato sin dal 1994 tra i fautori della nascita degli enti metropolitani. “La sfida dei sindaci di 20 anni fa è ancora aperta ed il nostro compito – ha aggiunto – è quello di creare un vero sistema identitario riconoscibile dai cittadini. Ma soprattutto – ha concluso – è quella di riportare il dibattito metropolitano ai suoi termini esatti: non dobbiamo parlare di esuberi dei vecchi enti provinciali, quanto di come ridare competitività al sistema mettendo benzina nel motore delle città metropolitane”.