“Desta forte preoccupazione l’emendamento su una nuova ricomposizione degli organi nei Comuni fino a 10.000 abitanti. Sarebbe la terza volta in tre anni”. Lo dichiarano Massimo Castelli, sindaco di Cerignale e Roberto Pella, sindaco di Valdengo, rispettivamente Coordinatore nazionale ANCI piccoli Comuni e Vicepresidente ANCI in rappresentanza dei Comuni di minore dimensione demografica.
In Commissione Bilancio della Camera, dove è attualmente in discussione il ddl sulla Stabilità, era stato dichiarato inammissibile per estraneità di materia ma successivamente riammesso un emendamento che riduce ancora una volta il numero dei Consiglieri comunali e delle Giunte dei Comuni fino a 10.000 abitanti. “Dopo aver ritrovato, grazie alla legge “Delrio” dell’aprile 2014 un minimo di dignità democratica e di partecipazione – garantendo nello stesso tempo l’invarianza della spesa rispetto al taglio degli organi dei Comuni già previsto dall’art. 16, comma 17, del decreto legge 138/2011- parrebbe nuovamente messo in discussione il sistema attuale di rappresentanza locale”, proseguono Castelli e Pella.
“Questa logica dimostra ancora una volta quanto poco si conoscano i territori e chi cerca ancora di amministrarli, in un regime di fatto di volontariato e di servizio sociale, molto spesso sottraendo tempo e risorse proprie per dedicarsi alla cosa pubblica. E’ bene evidentemente ricordare, ad esempio, che l’abrogazione totale delle Giunte disposta in base al citato art. 16, per un “costo” di un Assessore sotto i 1.000 abitanti pari a 120 euro lordi ma dimezzata se il lavoratore/amministratore non ha richiesto l’aspettativa, ha causato sia problemi applicativi sia di oggettiva funzionalità degli Enti di ridotta dimensione demografica, spesso con territori vasti e fragili da presidiare. Per non parlare dei gettoni pari a 17 euro lordi previsti per i Consiglieri comunali dei Comuni fino a 1.000 abitanti e di 18 euro sempre lordi per i Comuni da 1.001 a 10.000 abitanti” evidenziano i rappresentanti di ANCI nazionale.
Gli emolumenti degli Amministratori locali sono stati fissati 15 anni fa con decreto ministeriale, il DM 119 del 2000. Le indennità sono intere oppure subiscono un dimezzamento se il lavoratore dipendente non è in aspettativa. Gli importi indicati sono lordi e sono soggetti ad una ritenuta del 20%. Non è stato mai disposto, benché previsto per legge, l’adeguamento triennale delle indennità e gettoni alle variazioni degli indici ISTAT del costo della vita, valutato in 15 anni in un mancato aggiornamento di oltre il 30%. Va tenuto conto, infine, della riduzione del 10% degli importi a seguito di una delibera del 24 novembre 2011 della Corte dei Conti a Sezioni Riunite espressasi in merito a dubbi interpretativi sugli emolumenti degli Amministratori locali.