(Adnkronos) – Anche la città di Roma figurerebbe nelle immagini riprese dal satellite spia nordcoreano lanciato in orbita la settimana scorsa. Ad annunciarlo sono state le autorità nordcoreane, secondo cui le immagini – in cui figurano la Casa Bianca, il Pentagono ed altri obiettivi statunitensi – sono state messe a disposizione del leader nordcoreano. “Kim Jong Un ha ricevuto…il rapporto sui dati fotografici della città italiana di Roma, della base aerea di Anderson a Guam (Oceano Pacifico) della base navale di Norfolk, del cantiere navale di Newport News e di un aeroporto (tutti in Virginia) e altri relativi alla Casa Bianca, al Pentagono e altri obiettivi di Washington”, ha annunciato l’agenzia di stampa nordcoreana Kcna.
Inoltre nella base di Norfolk e nel cantiere di Newport sarebbero state individuate quattro portaerei nucleari dell’esercito americano ed altre portaerei appartenenti al Regno Unito. Malgrado si trovi ancora nella fase sperimentale, il satellite è in anticipo di due giorni sull’iter di completamento dei preparativi per il suo avvio ufficiale, motivo per cui Kim ha voluto esprimere il proprio apprezzamento ai dipendenti del Centro di controllo generale di Pyongyang, che fa parte della Direzione nazionale di tecnologia aerospaziale, rende noto il rapporto dell’agenzia. “I lanci della Corea del nord rappresentano un grave rischio per l’aviazione civile e il traffico marittimo internazionale”.
A dichiararlo, alludendo alla recente messa in orbita di un satellite spia da parte di Pyongyang, è stato il vice segretario generale delle Nazioni Unite per Medio Oriente, Asia e Pacifico, Mohamed Jaled Jiari, intervenendo davanti all’esecutivo Onu.
Le autorità nordcoreane – ha osservato – si sono limitate ad avvisare la Guardia costiera giapponese e non hanno emesso notifiche relative alla sicurezza aerea o marittima agli organismi dell’Onu, quali l’Organizzazione marittima internazionale, l’Organizzazione dell’aviazione civile internazionale, o l’Unione internazionale di telecomunicazioni. Per quanto gli stati sovrani abbiano il diritto di trarre “beneficio dalle attività spaziali pacifiche”, ha proseguito, numerose risoluzioni dell’esecutivo Onu vietano alla Corea del nord di svolgere queste attività se relative all’uso di tecnologia di missili balistici. Ha poi lamentato l’incremento di una “retorica nucleare” ed esortato Pyongyang a rispettare le risoluzioni che la riguardano al fine di contribuire a creare una penisola coreana pacifica e “completamente denuclearizzata”.
“La Corea del nord ha dimostrato sistematicamente la sua ferma intenzione di portare avanti i suoi programmi di armi nucleari e missili balistici, in violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza”, ha concluso, parlando di un recente emendamento costituzionale che ha sancito lo sviluppo di una politica nucleare a livello di costituzione.
“Vera, verosimile o falsa che sia, la notizia del satellite spia nordcoreano che avrebbe rilevato una serie di siti tra cui la città di Roma rimanda al tema dell’importanza strategica dell’aerospazio e del ruolo che esso avrà in futuro. Già le vicende della guerra in Ucraina ci hanno restituito ha sempre maggiore interconnessione tra le operazioni sul terreno e quelle che avvengono nella parte aerospaziale, che assicura la restituzione di informazioni fondamentali per le individuazione di obiettivi nemici”. Così il senatore Iv Enrico Borghi, membro del Copasir, commenta all’Adnkronos la notizia annunciata dalle autorità nordcoreane.
“Un aspetto che merita attenzione, anche perché un numero sempre in aumento di società satellitari private diffonde, a pagamento, immagini e informazioni che hanno riflessi sulle analisi militare, ponendo anche il tema del trasferimento a soggetti privati di funzioni geopolitiche essenziali qualora gli Stati non abbiano competenze e risorse per far fronte all’evoluzione tecnologica – sottolinea Borghi – Più in generale, lo Spazio è diventato un settore strategico per la sicurezza nazionale, e non a caso il dominio aerospaziale è stato classificato dalla Nato come il ‘quinto dominio’ sul quale è attivabile la clausola di difesa collettiva prevista dall’articolo 5 del Trattato”.
“Tutto ciò rimanda, ovviamente, alla capacità di svolgere cooperazione e sinergia sul piano europeo e atlantico, sia per far fronte all’evoluzione tecnologica importante e in continua crescita sia per adottare standard comuni che rendano l’Europa in grado di stare al livello con gli altri player globali”, conclude il senatore.
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