«Auspichiamo che le nuove misure di semplificazione in materia urbanistica e paesaggistica mettano le pubbliche amministrazioni nelle condizioni di operare con tempi e modalità più veloci». Commenta così il presidente dell’ANCE Puglia Gerardo Biancofiore la proposta di legge approvata dal Consiglio regionale della Puglia in merito alle misure in materia urbanistica e paesaggistica. Tra i temi al centro dell’attenzione anche il nuovo Piano paesaggistico territoriale regionale (PPTR).
«Sulla mancata proroga siamo sostanzialmente d’accordo; non è più tempo di proroghe ma di analisi delle criticità emerse in questo anno e mezzo e di una revisione della legge da concordare con il Mibac per trovare soluzioni alle rigidità del PPTR che, essendo uno strumento concertato insieme al Ministero dei beni culturali, contempla ogni elemento di vincolo, a volte difficile da superare.
Auspichiamo che la Regione istituisca dei tavoli propedeutici a quelli con il Ministero coinvolgendo i principali portatori di interesse – Ance, Legambiente, sindacati, ecc. – per esaminare le criticità e trovare delle soluzioni utili al confronto con il Ministero. Inoltre siamo dell’idea che i Comuni, alle prese con la redazione di PUG e piani regolatori, debbano avere la possibilità di incidere nel momento in cui mettono in collegamento il PPTR con gli strumenti urbanistici del proprio territorio in funzione di esigenze specifiche».
«Apprezziamo le semplificazioni riguardanti le autorizzazioni per le opere sottoposte a Valutazione d’Impatto Ambientale e le modifiche apportate agli interventi di demolizione e ricostruzione. Fondamentali per il settore l’accelerazione della spesa per le opere contemplate nel Patto per la Puglia e gli investimenti sulla formazione. E’ necessario superare quegli schemi spesso inefficaci degli ultimi decenni, nella consapevolezza che un Paese, e la Puglia in particolare, non possano dirsi realmente vivibili e competitivi senza un sistema infrastrutturale efficiente. Serve un nuovo modo di affrontare le sfide del futuro per concretizzare finalmente quel circolo virtuoso tra infrastrutture ed economia del territorio, spesso invocato e mai realizzato sino in fondo».