Una Pubblica Amministrazione centralizzata, semplice e all’insegna del risparmio. L’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) sostituirà le oltre 8mila anagrafi presenti sul territorio italiano con un’unica banca dati unificata e sicura. L’anagrafe unica consentirà, tra le altre cose, di eliminare gli adempimenti a carico dei cittadini in caso di variazione dei dati anagrafici e di stato civile. Fra le novità più importanti, però, c’è l’introduzione dell’ “domicilio digitale”.
CANALE DIRETTO – Oltre ai riferimenti tradizionali dei cittadini – nome, cognome, cognome, codice fiscale, sesso, stato civile, data e luogo di nascita e altro – l’ANPR sfrutterà il potenziale offerto dalla moderna tecnologia creando un “domicilio digitale”: un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) che il cittadino potrà scegliere di utilizzare per le comunicazioni con la Pubblica Amministrazione, così da ridurre tempi, costi e passaggi.
COME – Già, ma come si opererà concretamente? Per utilizzare i servizi messi a disposizione dal Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) sarà sufficiente una “chiave” di accesso unica per tutte le funzionalità web della pubblica amministrazione. L’idea è quella di razionalizzare costi e passaggi per il cittadino, che in questo modo si avvicinerà alla Pa grazie ad un rapporto diretto.
QUANDO – L’Agenda per la semplificazione, approvata lo scorso dicembre, aveva già individuato una scadenza precisa per il funzionamento integrale del nuovo sistema: dicembre 2015. In seguito, il regolamento, pubblicato lo scorso 8 gennaio nella Gazzetta Ufficiale (e in vigore dal 23), ha confermato la data limite, individuando, dopo una fase preliminare, un percorso di 32 settimane utili per avviare il sistema: si partirà dai comuni al di sotto dei 100mila abitanti, fino alle grandi città. Il ministro della Pa, Marianna Madia, ha definito l’ANPR “lo strumento portante dell’Agenda per la semplificazione”.