Fiamminga d’origine, Marguerite Duras si presenta al pubblico in vesti cinematografiche e letterarie tra la fine degli Settanta e gli inizi degli anni Ottanta. Personalità particolare e dalle molteplici sfaccettature, considerava il cinema come un “passatempo” che non avrebbe mai potuto sostituire il teatro, la scrittura un esercizio emotivo di continuo confronto con il dolore. La Duras pensava per immagini, si soffermava suiriflessi delle cose, ricercava il linguaggio più intimo della realtà che portava con sé i resti di un passato sofferente. Dalla partecipazione alla Resistenza e al maggio del ’68, i segni di ogni evento lasciano spazio alla scrittura, al profumo acre della morte, alla potenza della natura, alla scoperta della sensualità nella sua espressione più semplice, più viva. Dopo aver scritto la sceneggiatura al film “ Hiroschima mon amour”, e dopo il successo di “ India song” la Duras è diventata a pieno titolo un’artista imprevedibile e poliedrica, utilizzando la saggezza dei ricordi, seminando nei suoi testi la sua vita. I ricordi e la nostalgia si mescolano e si consolidano sul foglio, con violenza e romanticismo, ogni parola è una scheggia sottile che porta l’immaginazione e le sensazioni al potere.
La morte del padre cui segue successivamente quella della madre in Cambogia, lasciano dei segni profondi. Gli scritti riportano infatti, gli aspetti più inquieti, la fragilità della prosa si esprime senza mai perdere la forza del desiderio, dell’istinto che si anima senza arricchirlo di ulteriori costruzioni psicologiche. La Duras è la sua terra, la Duras è se stessa. I fiumi, le dighe, ogni dettaglio è motivo di riflessione. La sua scrittura somiglia al linguaggio parlato, senza proposizioni troppo lunghe e periodi complessi. Uno stile paratattico, sobrio. Ed è in questo modo che l’autrice lavorava sulle sue insicurezze, sulle sue paure più profonde. Ogni tentazione si esauriva nel desiderio di provarla. Il successo di Marguerite, resta ancora per molti un mistero, ma oggi non passa di certo inosservato il centenario della sua nascita che porta con sé non solo l’ esperienza della vita personale ma anche la sua intesa attività politica: si iscrisse al Partito Comunista e si impegnò nella lotta contro la guerra d’Algeria.( senza mai negare la sua posizione politica). Le opere di maggior successo hanno il titolo de “ l’amante”, premio Goncourt 1984, il romanzo ha venduto infatti quasi due milioni di copie, appassionando i lettori per i temi affrontati: dall’amore appassionato di un corpo sino alle trasgressioni sociali nelle forme di un lesbismo latente nell’opera “autobiografica” della Duras. Dopo la guerra scrisse il “dolore”, l’autrice narra l’attesa lancinante del marito Robert dai campi di concentramento alla fine della guerra. Le vicende personali dell’autrice si mescolano con la realtà storica nell’espressione viscerale del dolore e delle misure da lei stessa adottate per porre rimedio.
I suoi successi più clamorosi, quelli che ne fanno per sempre una scrittrice popolare, sono “Moderato cantabile” del 1958, “I viadotti della Senna” del 1960, “Gli impudenti” (1942); “Una vita tranquilla” (1944); “Una diga sul Pacifico” (1950); “Il treno di Gibilterra” (1952); “Moderato cantabile” (1958); “I due cavallini di Tarquinia” (1962); “Il pomeriggio del signor Andemas” (1962); “Il rapimento di Lol V. Stein” (1964); “Il viceconsole” (1965); “L’ amante inglese” (1967); “Distruggere, ella disse” (1968); “India song” (1974); “L’ amante” (1984); “L’ amante della Cina del Nord” (1990); “Scrivere” (1993); “E’ tutto” (1993). Marguerite Duras è morta “ come muoiono i vecchi, per stanchezza respiratoria” in una giornata grigia e malinconia come questa di oggi. E’ andata via dopo aver attraversato e riempito con fervore il XX secolo, dopo aver camminato su percorsi tortuosi della sua memoria, con gusto e semplicità. Fra il 1988 e il 1989 passa cinque mesi in coma in ospedale a causa della dipendenza dall’alcool. Ha chiuso la porta della vita in punta di piedi nell’anno 1996 senza fare troppo rumor e, scrivendo 34 romanzi e dirigendo 16 film vincendo nel 1975 il Gran Premio Accademico del Cinema francese. Era nata il 4 Aprile 1914 , e nel dolore si spense dinanzi al suo ultimo amore, Yann Andrè.