La pressione esercitata dalla Commissione europea sulla Grecia perché migliori le condizioni ricettive in modo da poter riprendere i trasferimenti ai sensi dei regolamenti di Dublino è, secondo Amnesty International, ipocrita: una delle principali ragioni per cui le condizioni in cui sono tenuti i rifugiati sono così agghiaccianti, soprattutto sulle isole greche, è proprio l’accordo dell’Unione europea con la Turchia.
“Pare che per la Commissione europea tutte le strade per i rifugiati conducano in Grecia. La Commissione europea è vergognosamente ipocrita a insinuare che l’unica responsabilità per le drammatiche condizioni dei rifugiati sia di Atene. Il sovraffollamento e il clima d’insicurezza che si riscontrano sulle isole greche dipendono in buona parte dall’accordo tra l’Unione europea e la Turchia, cui si aggiunge la mancanza di solidarietà degli altri stati membri nella prevista redistribuzione dei richiedenti asilo” – ha dichiarato Iverna McGowan, direttrice dell’Ufficio di Amnesty International presso le Istituzioni europee.
“Sovraffollamento, temperature gelide, assenza di acqua calda e attacchi basati sull’odio: è questo ciò cui vanno incontro i richiedenti asilo sulle isole greche. Abbiamo ripetutamente chiesto il miglioramento delle condizioni di accoglienza ma costringere i rifugiati a rimanere su quelle isole in modo da poter essere rinviati in Turchia, secondo l’interpretazione che quest’ultimo paese dà all’accordo con l’Unione europea, è inumano. La pressione sulla Grecia dev’essere alleviata, non incrementata” – ha aggiunto McGowan.
Una proposta
Per alleviare la pressione sulla Grecia, Amnesty International chiede che i richiedenti asilo siano urgentemente trasferiti dalle isole sulla terraferma, che questi possano ricongiungersi con i nuclei familiari in altri paesi e che la ricollocazione negli altri stati membri dell’Unione europea che hanno espresso disponibilità acceleri.