Centinaia di civili sono stati uccisi da attacchi aerei all’interno delle loro case di Mosul, dopo che il governo iracheno aveva detto di non lasciare la città durante l’offensiva per strapparla al gruppo armato auto-denominato Stato islamico.
A denunciarlo un comunicato ufficiale di Amnesty International dove sono riportate le testimonianze dei sopravvissuti agliattacchi aerei della coalizione guidata dagli Usa e combattimenti a terra tra l’esercito iracheno e lo Stato islamico.
“Le prove che abbiamo raccolto a Mosul Est evidenziano una ripetizione di attacchi aerei da parte della coalizione a guida Usa che hanno raso al suolo abitazioni con intere famiglie all’interno. L’elevato numero di vittime civili lascia supporre che le forze della coalizione non abbiano preso precauzioni adeguate per evitarle, in evidente violazione del diritto internazionale umanitario“, ha dichiarato Donatella Rovera, Alta consulente per le risposte alle crisi di Amnesty International, che ha svolto ricerche sul campo a Mosul.
“Dato che le autorità irachene avevano ripetutamente invitato la popolazione civile a rimanere in casa anziché a fuggire, le forze della coalizione avrebbero dovuto sapere che i loro attacchi avrebbero probabilmente causato un alto numero di vittime. Gli attacchi sproporzionati e gli attacchi indiscriminati violano il diritto internazionale umanitario e costituiscono crimini di guerra. Il governo iracheno e la coalizione a guida Usa devono immediatamente avviare un’indagine indipendente e imparziale sul devastante numero di vittime causato dall’operazione Mosul“, ha sottolineato Rovera.