In questo periodo si segna il secondo anniversario dell’inizio dell’offensiva militare israeliana che in 50 giorni causò morte e distruzione su scala inaudita nella Striscia di Gaza.
In un nuovo documento diffuso in occasione di questa ricorrenza, Amnesty International ha chiesto perché nessuna effettiva indagine penale sia stata aperta e perché non siano stati ancora accertati i responsabili delle atrocità, a fronte dei crimini di guerra commessi da entrambi i lati.
“Durante i 50 giorni degli attacchi, le forze israeliane hanno provocato un gran numero di morti e distruzioni nella Striscia di Gaza, uccidendo circa 1500 palestinesi, dei quali più di 500 erano bambini“, ha detto Philip Luther, direttore del programma Medio oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
Le uniche responsabilità penali emerse dalle indagini militari israeliane sono risultate a carico di tre soldati, per reati minori come saccheggio e ostruzione alle indagini. Invece crimini più gravi, alcuni dei quali probabilmente crimini di guerra, sono rimasti impuniti.
Dal lato palestinese, Hamas e i gruppi armati palestinesi non hanno aperto indagini effettive sulle violazioni commesse dalla loro parte, compresi crimini di guerra. I gruppi armati palestinesi hanno lanciato migliaia di razzi non telecomandati e colpi di mortaio contro i centri abitati di Israele, uccidendo sei cittadini; le forze di Hamas hanno ucciso in modo sommario e attaccato palestinesi considerati nemici.
“Il fatto che nessuno sia stato chiamato a rispondere di evidenti crimini di guerra commessi da entrambe è del tutto inammissibile. Sono passati due anni ed è ora che le ruote della giustizia inizino a girare“, ha sottolineato Luther.
Il documento di Amnesty International contiene interviste a parenti di persone uccise, evidenzia i difetti nelle indagini condotte finora dalle autorità militari israeliane e approfondisce alcuni attacchi chiaramente mirati contro i civili così in violazione del diritto internazionale umanitario.
Amnesty International continua a invitare Israele a riformare i suoi metodi d’indagine in modo tale da assicurare l’indipendenza di chi indaga da chi ordina, suggerisce o esegue gli attacchi. Il governo palestinese di unità nazionale dovrebbe assicurare che le indagini sui crimini di guerra commessi dai palestinesi durante la guerra del 2014 siano indipendenti.
Le autorità di Hamas dovrebbero essere trasparenti riguardo a ogni eventuale progresso nelle loro indagini sulle esecuzioni sommarie e su altre violazioni dei diritti umani ai danni dei palestinesi di Gaza.
Amnesty International sta sollecitando tutte le parti in causa a cooperare pienamente con le indagini preliminari dell’Ufficio del procuratore del Tribunale penale internazionale sui presunti crimini commessi durante il conflitto.