In arrivo una nuova Direttiva dell’Europa in materia di ambiente. Lo scorso 16 novembre, infatti, è stato raggiunto, tra Consiglio e Parlamento europeo, l’accordo su nuove norme che regoleranno in maniera più incisiva la questione ambientale. L’accordo, che va ad aggiornare il testo approvato nel 2008, ha raddoppiato le fattispecie di reato in questo ambito e rivisto le sanzioni rivolte a persone fisiche e aziende. L’approvazione è prevista per il prossimo anno. Dopo la pubblicazione della Direttiva, i Paesi membri avranno due anni per recepirla. Avranno due anni, cioè, per adeguare i propri ordinamenti giuridici.
La direttiva dell’Europa sull’ambiente
La novità principale del testo che andrà in approvazione il prossimo anno è l’aggiornamento del numero dei reati previsti. Dai 9 del testo precedente, si passa a 18. Tra questi reati sono contemplati:
- il traffico di legname (causa principale della deforestazione)
- il riciclaggio dei componenti inquinanti delle navi
- il commercio di mercurio e dei gas che provocano l’effetto serra
- la consunzione illegale delle risorse idriche
- inquinamento diffuso
- incendi boschivi su larga scala
Pene e sanzioni previste
A sostegno della Direttiva, il testo prevede anche sanzioni pecuniarie e pene detentive più severe rispetto alle precedenti. E’ stabilito, infatti, che, nel caso di persone fisiche, se commettendo un reato di quelli descritti, si provoca la morte di una persona, la condanna alla reclusione abbia una durata massima non inferiore ai 10 anni. Le persone giuridiche, invece, possono essere multate con una sanzione di importo pari al 5% del fatturato mondiale. Per le aziende sono previste anche altre sanzioni quali:
- l’obbligo di ripristino dell’ambiente danneggiato o della compensazione dei danni
- l’esclusione da finanziamenti pubblici
- il ritiro di autorizzazioni
Gli affari delle ecomafie
Il Parlamento europeo puntava al riconoscimento del crimine di ecocidio ma durante i lavori la proposta è stata trasformata. Si è arrivati alla creazione di “reati qualificati” per quelle violazioni intenzionali che provocano distruzione o danni estesi o addirittura irreversibili a ecosistemi, habitat, inficiano la qualità di aria, acqua e suolo.
Pur mancando il termine ecocidio, gli ambientalisti si sono ritenuti soddisfatti dell’accordo raggiunto. Unico neo, manca il riferimento alla pesca illegale che resta una delle forme più lucrative di criminalità ambientale.
La normativa che sta per essere approvata sembra comunque un grande passo avanti per contrastare le cosiddette ecomafie le cui attività crescono ogni anno. Secondo il rapporto di Legambiente sulle ecomafie presentato a luglio 2023, nel 2022 i reati contro l’ambiente sono stati 30.686, lo 0,3% in più rispetto all’anno precedente. Le filiere nelle quali si è verificato il maggior numero di illeciti sono quelle legate a cemento, fauna e rifiuti. Gli illeciti legati al cemento, dall’abusivismo edilizio agli appalti, sono stati 12.216, +28,7% rispetto al 2021. 6.481 sono stati i reati contro la fauna (+4,3% rispetto al 2021) mentre il ciclo illegale dei rifiuti ha visto un decremento degli illeciti penali: 5.606 nel 2023, vale a dire −33,8% rispetto all’anno precedente.