Parlando di cose capitate cinquant’anni fa, soprattutto dal punto di vista dello scalpore che il film La dolce vita ha suscitato nell’ambiente ecclesiastico, sembra di fare un viaggio a ritroso nel tempo non di 50, ma di 500 anni. È difficile, ma sarebbe più giusto dire che è impossibile immaginare oggi il clima di eccitazione che c’è stato attorno a questo film.
La vicenda che vorrei raccontare, sia pure per sommi capi, può essere definita felliniana sotto diversi punti di vista, non soltanto perché riguarda un film di Fellini e coinvolge Fellini in prima persona, ma anche perché i personaggi che vi compaiono non sembrano appartenere alla realtà, ma piuttosto a quel mondo della fantasia che Fellini ha saputo evocare con talento impareggiabile.
Questo in sintesi l’intervento di Virgilio Fantuzzi, in occasione del convegno ‘Mezzo secolo da La Dolce vita’ tenuto a Rimini, al Teatro degli Atti, che inaugurò una nuova sezione di ‘Amarcord Ricerche’ per riproporre i contributi più interessanti che, nel corso degli anni, sono stati presentati durante i convegni e gli eventi riminesi dedicati a Federico Fellini.