In occasione della XXII Giornata Mondiale Alzheimer (che si celebrerà il 21 settembre), la Federazione Alzheimer Italia, in collaborazione con UNAMSI (Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione) e Fondazione Golgi Cenci, ha organizzato questa mattina a Milano presso Palazzo Marino il convegno scientifico in chiave divulgativa “RICORDATI DI ME – Gli ultimi dati della ricerca scientifica alla luce della Dementia-friendly Community“.
L’incontro, a ingresso libero, si è rivolto ai numerosi familiari dei malati e agli operatori del settore presenti in Sala Alessi.
Dopo i saluti di Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali e Cultura della salute del Comune di Milano, Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia, ha aperto i lavori sottolineando l’importanza sia della ricerca scientifica sia della creazione di “Dementia-Friendly Communities” intorno ai malati e alle loro famiglie per farli sentire ancora parte della loro comunità e aiutarli a convivere con la malattia, perché la vita non termina quando inizia la demenza. Ne presenta un modello italiano: la struttura in provincia di Torino “Rifugio Re Carlo Alberto”, che ha ricevuto il premio EFID AWARD 2014 per il progetto “Noi con voi – Ambasciatori per l’Alzheimer” e, inoltre, la bella iniziativa di raccolta fondi di Fabio Marelli, dj di Discoradio, “Un salto per l’Alzheimer” a favore di Alzheimer Milano (buonacausa.org/cause/unsalto).
Francesco Brancati, giornalista d’agenzia da 40 anni, fino al 2008 in seno alla redazione milanese dell’Ansa e dagli anni 80 in prima linea per la Salute e la Ricerca biomedica, diventa presidente dell’UNAMSI (Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione) dal febbraio 2010. Ha moderato la prima sessione di argomento scientifico e di ricerca del convegno.
Stefano Govoni, ordinario di Farmacologia all’Università di Pavia molto noto per le sue ricerche sulla malattia di Alzheimer, ha parlato di “Ricerca sulle demenze: l’etica del labirinto” paragonando la ricerca scientifica a un labirinto. La mole di conoscenze che da un anno all’altro si accumula è straordinaria, ma quando si cerca, ogni settembre, di tradurla in avanzamenti utili per gli ammalati ci si trova in difficoltà e si comincia a fare un bilancio tra avanzamenti e percorsi futili, senza sbocco: le scelte sbagliate nel labirinto! Così come ogni labirinto ha un’uscita, ma i tentativi per trovarla passano attraverso errori e false speranze, anche nella ricerca bisogna essere sempre pronti a tornare indietro e ripartire con l’esplorazione.
Claudio Mariani, ordinario di Neurologia all’Università degli Studi di Milano e direttore dell’Unità di Neurologia dell’Ospedale Sacco di Milano, nella sua relazione “Recenti progressi nella diagnosi precoce” sostiene che “riconoscere e trattare precocemente (idealmente in fase preclinica) la malattia di Alzheimer è uno degli obiettivi principali della ricerca“.
Antonio Guaita, direttore della Fondazione Golgi Cenci, è intervenuto sul tema “Oggi è già domani: le possibilità di intervento per i malati di Alzheimer e altre demenze” spiegando che è importante attuare strategie in grado di assicurare il benessere del malato e di chi se ne prende cura, e ne illustra alcune tra cui le “Dementia-Friendly Communities” che iniziano a essere sperimentate in molti Paesi europei.
Michele Farina, giornalista del Corriere della Sera alla redazione Esteri, ha conosciuto l’Alzheimer in famiglia e per questo ha cominciato un viaggio nell’Italia delle demenze, viaggio che dura tuttora, raccontato nel libro “Quando andiamo a casa? Mia madre e il mio viaggio per comprendere l’Alzheimer”. Ha presentato i relatori della seconda sessione del convegno.
Marc Wortmann, direttore esecutivo di Alzheimker’s Disease International (ADI), ha presentato il Rapporto Mondiale Alzheimer 2015 che stima circa 47 milioni le persone affette da demenza nel mondo con una previsione di raddoppio ogni 20 anni: nel 2050 saranno 131,5 milioni, 818 miliardi di dollari i costi che raggiungeranno 1000 miliardi di dollari in soli tre anni. Ogni anno sono quasi 10 milioni i nuovi casi, l’equivalente di uno ogni 3 secondi. Wortmann, inoltre, ha proposto una panoramica delle iniziative di “Dementia-Friendly Communities” in tutto il mondo.
Marco Trabucchi, ordinario di Neuropsicofarmacologia all’Università Tor Vergata di Roma, direttore scientifico del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia e presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria, con il suo intervento “La sofferenza dell’ammalato di demenza: una comunità solidale può essere di lenimento?” ha spiegato come aiutare il malato a sentirsi a casa propria e la famiglia ad aprirsi e non vergognarsi, creando loro intorno un’atmosfera amichevole e costituendo delle “città solidali”. Tre sono le parole chiave di questo modello: dignità, libertà, autonomia. Si tratta di una rivoluzione low-cost fatta di piccoli interventi diffusi, da sviluppare a livello locale con l’impulso di amministrazioni e sindaci.
Ha chiuso il convegno la premiazione, da parte della presidente Salvini Porro e di Francesco Brancati, dei cinque giornalisti vincitori della quarta edizione del Premio “Alzheimer: informare per conoscere – Cura, Ricerca, Assistenza”.