Alopecia areata stress non contemplato tra le cause scatenanti. La malattia ha, infatti, un’origine autoimmune e ha bisogno, nelle forme gravi, di un trattamento con farmaci mirati. La scorsa settimana la Food and Drug Administration (FDA) ha approvato un nuovo farmaco che porta ottimi risultati. Cos’è, dunque, questa malattia che ha colpito, tra gli altri, Jada Pinkett Smith costando un sonoro ceffone al comico Chris Rock?
Alopecia areata: questione di stress?
L’alopecia areata porta a un’improvvisa perdita di capelli e di peli che può colpire una qualunque regione del corpo. La perdita può essere parziale e in questo caso porta alla creazione di chiazze glabre tondeggianti, per esempio, nella capigliatura o nella barba. Se la perdita di
peli e capelli è estesa a tutto il corpo è detta alopecia universale. In alcuni casi, alla perdita di peli si può associare anche una modifica delle unghie che diventano fissurate, ruvide o presentare un arrossamento della lunetta.
Quali sono le cause e come si cura
La perdita dei capelli è un fenomeno molto frequente e ha cause di diversa natura. Può verificarsi come conseguenza della chemioterapia, di un’affezione micotica, di stress fisici come una febbre alta, o un improvviso calo di peso. Non è raro che sia causata da squilibri ormonali o da una gravidanza. Lo stress psicologico può essere una delle cause. Nel caso dell’alopecia areata, invece, la perdita di capelli è il frutto di un disturbo autoimmune. Il sistema immunitario, cioè, attacca per errore i follicoli piliferi indebolendoli. In genere, l’alopecia areata viene trattata con:
- corticosteroidi applicati localmente
- immunoterapia topica
- immunosoppressori orali
Quando sono somministrati sotto pelle, le iniezioni si fanno all’altezza della chiazza. In altri casi i farmaci sono assunti per via orale. Il successo della cura dipende da quanto è estesa la zona glabra e non mancano casi in cui il disturbo si risolve spontaneamente. Ottimi risultati sono stati riscontrati anche da farmaci biologici JAK-inibitori che sono di ultima generazione. Le JAK sono degli enzimi che entrano in gioco quando si attiva una risposta immunitaria. I farmaci inibitori di questi enzimi possono essere utilizzati con successo per il trattamento di diverse malattie autoimmuni.
Alopecia areata cura dall’America
Da questa ricerca sui JAK-inibitori nasce il nuovo farmaco della casa americana Eli Lilly. La molecola alla base del farmaco si chiama baricitinib. Utilizzato per il trattamento dell’artrite reumatoide (anche questa è una malattia autoimmune), il baricitinib ha dato ottimi risultati anche per il trattamento dell’alopecia areata. I primi test condotti su 1.200 soggetti hanno rilevato, per il 40%, una crescita dei capelli, sia parziale che totale, a partire dagli otto mesi dall’inizio del trattamento.
Dopo 12 mesi, invece, la metà dei pazienti ha riscontrato, sulla propria testa, una quantità di capelli pari a prima della malattia. La scorsa settimana la FDA lo ha approvato dando il via libera a un uso del baricitinib diverso dal trattamento dell’artrite reumatoide. Una buona notizia per i 300mila americani che ogni anno devono fare i conti con questa malattia e che ora potranno accedere a una cura dal costo di 2.500 dollari al mese.
In copertina foto di Shutterbug75 da Pixabay